“Volevo uccidere e vederli morire”: i deliri del sospettato della sparatoria a New York (video)
L’uomo, principale sospettato della sparatoria di New York, ha un volto e un nome. E da qualche ora i suoi video su Youtube rivelano chi sia. Cosa pensa. E cosa diceva alla vigilia della sparatoria nella metropolitana alla stazione di Brooklyn, a New York. E non solo. Immagini inquietanti. Discorsi farneticanti. Messaggi minacciosi, deliranti, che piombano che la rete catapulta e fa rimbalzare, mentre la città è ancora sconvolta. E con la caccia all’uomo alacremente in corso dopo la sparatoria nel convoglio. Sulla banchina, in un terrificante tiro al bersaglio scatenato su pendolari inermi. Dopo il caos. Il panico. E la drammatica giornata di ieri, iniziata con il suono delle sirene a stridere nelle orecchie dei newyorkesi. E gli elicotteri a ronzare insistentemente sopra le loro teste.
Sparatoria a New York, mentre continua la caccia all’uomo in Rete spuntano i video del sospettato
Le ricerche si concentrano subito su Frank James, considerato prima «persona di interesse». Oggi, ufficialmente confermato come sospettato numero uno che – secondo la polizia – ha indirizzi in Wisconsin e a Philadelphia. Un ago nel pagliaio da ricercare, l’uomo, su cui le autorità locali hanno messo una taglia di 50.000 dollari, offerti a chi sia in grado di fornire informazioni utili, che aiutino le indagini. «Non molleremo fino a quando non troveremo il responsabile», ha detto ieri Joe Biden. Mentre il sindaco di New York, Eric Adams, ha ammesso un «malfunzionamento» del sistema delle telecamere della stazione della metropolitana dove è avvenuta la sparatoria. alzando il velo su una fragilità dei sistemi di sicurezza americani che in un Paese così colpito dal terrorismo e da violenze di ogni matrice e valenza, non ci si aspetterebbe…
Dal sospettato di New York, immagini inquietanti. Discorsi farneticanti. Messaggi minacciosi
Esclusa la pista terroristica, invece, le frasi sconnesse e le parole di odio che i video che pullulano su Youtube in queste ore (come quello postato sopra tra i tanti), ora risuonano in tutto il loro sconvolgente potenziale preconizzatore. «Volevo vedere le persone morire immediatamente davanti alla mia fottuta faccia», afferma Frank James, 62enne sospettato per la sparatoria in metropolitana a Brooklyn, in uno dei numerosi video che ha postato sui social. Contenuti agghiaccianti in cui l’uomo, un afroamericano, racconta come i medici gli abbiano diagnosticato un disturbo post-traumatico da stress. Proclami e annunci – come quello postato in rete l’11 aprile – in cui il giorno prima dell’attacco sferrato in metro, il sospettato asserisce: «Ho fatto un sacco di c..te in cui posso dire che volevo uccidere le persone. Volevo vedere le persone morire immediatamente davanti alla mia fottuta faccia». Ma – aggiunge subito dopo – «non voglio andare in nessun fottuto carcere».
New York, il sospettato: «Volevo uccidere le persone. Volevo vederle morire davanti alla mia fottuta faccia»
In un altro video, invece, caricato a marzo – riporta Newsweek e rilancia il Tgcom24 – il 63enne annuncia minacciosamente: «Sto tornando nella zona di pericolo, per così dire. E sto innescando molti pensieri negativi». E ancora. «Soffro di un grave caso di disturbo da stress post-traumatico dopo tutto quello che ho passato nel corso degli anni», aggiunge, senza però chiarire cosa abbia scatenato il suo problema grave. Un problema di «salute mentale», menziona velocemente James, per cui l’uomo dichiara di essere stato in cura in una delle cliniche di New York. Terapie rispetto alle quali, asserisce lui stesso, non hanno evitato che il giorno delle sue dimissioni uscisse dalla struttura «con più problemi di prima». Il resto sono solo deliri a sfondo razziale. Video in cui l’uomo dichiara che «i bianchi guardano i neri come schiavi e non dovrebbero avere alcun contatto tra loro». E sullo stesso tenore, sul suo profilo Facebook Profitofdoom008, usa termini razzisti per indicare il popolo messicano. Minacciando di sparare a qualcuno, di cui si dice convinto gli avesse fatto un torto…