Le sorti della guerra nella sfida “Wagner” contro “Mozart”: due brigate di mercenari, due capi indiscussi
Wagner contro Mozart, in Ucraina, con armi e pallottole al posto di strumenti e spartiti musicali. I volontari occidentali della brigata “Mozart”, di estrazione occidentale, quasi tutti americani o britannici, contro i miliziani filo-russi, ceceni ma anche asiatici e africani, che compongo il gruppo della “Wagner”, forze speciali create per “gestire” operazioni complesse e sanguinarie in Africa, Siria, Libia, composte anche di soldati locali. I destini della guerra in Ucraina sono nelle mani anche dei mercenari, i professionisti stranieri dei conflitti, anche quelli civili tra popolazioni ufficialmente non belligeranti.
“Wagner” contro “Mozart” in Ucraina
I nomi dei due grandi musicisti, Wagner e Mozart, sono dunque utilizzati in Ucraina come etichetta per i soldati al soldo della nazioni, Russia e Ucraina, e finanziari nel primo caso da oligarchi di Mosca, petrolieri e magnati del settore energetico, nel secondo da fondazioni e privati del mondo occidentale che per motivi nobili o meno nobili hanno a cuore la sorte di Kiev. Secondo fonti qualificate, i russi hanno assoldato finora 20mila mercenari per l’offensiva finale in Donbass, quasi tutti contractors provenienti da Siria, Libia e altri Paesi. I “Wagner”. Dall’altro lato, i “Mozart”, un gruppo di veterani occidentali che sta addestrando combattenti in Ucraina.
I due “capi” delle brigate di mercenari
Il fondatore e la guida dei “Mozart” è l’ex comandante statunitense Colonnello Andrew Milburn, il primo marine a guidare una Special Operations Task Force durante la guerra contro il cosiddetto Stato Islamico (nella foto in alto, a destra). A capo dei “Wagner” c’è invece Dimitri Utkin, ex ufficiale delle forze speciali del GRU, il servizio di informazione e sicurezza militare (a sinistra, nella foto in alto).
Oggi il “Corriere della Sera” racconta, su questa sfida di mercenari in Ucraina, proprio del ruolo di Andrew Milburn, “nato a Hong Kong, cresciuto a Londra e trasferitosi negli Stati Uniti per servire nei ranghi del famoso Corpo, fino a diventare colonnello. C’è rimasto per 31 anni, partecipando anche alla campagna per piegare lo Stato Islamico in Iraq: qui, dal 2015, ha coordinato una task force occidentale, tra i militari coinvolti anche i parà italiani del Col Moschin. Chiusa quell’esperienza, ha lasciato – almeno ufficialmente – la divisa nel 2019, trovando una nuova bandiera per cui combattere: quella ucraina. Il marine si è trasferito a Kiev ed è uno dei tanti stranieri della legione internazionale”.
Da dove arrivano i soldati a pagamento
I mercenari della “Wagner” che si oppongono ai “Mozart” in Ucraina, in gran parte arrivano dall’Africa. “Il Cremlino interviene surrettiziamente. Smentisce legami ufficiali con Wagner, una società senza personalità giuridica in Russia, con sede legale in Argentina- scrive Avvenire – Ovunque intervengano, i mercenari di Mosca sono accompagnati da geologi dei colossi energetici. Il motivo è presto detto. Per pagare i servizi dei contractor, molti paesi africani, dalle casse vuote, offrono in cambio diritti minerari. Avverrà così anche in Mali, visto che Wagner è cara: si parla di un contratto da 11 milioni di dollari al mese con Bamako, la società che li gestisce”.
I “Mozart”, in Ucraina, quasi tutti americani o britannici, si occupano di combattere ma anche di addestrare le truppe locali: tecniche di tiro per cecchini, neutralizzazione di ordigni improvvisati, tattiche, movimenti in sicurezza, pronto soccorso. Nessun vincolo con Washington e con la Nato, ufficialmente. Come i “Wagner” con Mosca, ovviamente…