Zaia, la guerra cambia la storia: il Pnrr è pensato su un’era glaciale fa. Dobbiamo riscriverlo
La guerra ha cambiato la storia. Le forze messe in campo per affrontare la battaglia della pandemia e della crisi economica vanno ricalibrate. A partire dal Pnrr, che va ripensato e riformulato in nuove declinazioni e potenzialità. Ne è sempre più convinto Luca Zaia che, ancora una volta, torna a sottolineare come l’invasione russa in Ucraina abbia cambiato le carte in tavolo e modificato il quadro economico nell’agenda dei Paesi coinvolti. Costringendo, di fatto, a modificare tempistiche e modalità d’intervento. Un punto di partenza imprescindibile, per il governatore del Veneto, che ancora oggi, in in un’intervista a La Verità, parlando della crisi energetica, asserisce: «È innegabile che si sia verificato un Big bang della storia. Avere 230 miliardi rappresenta una grande opportunità. E chi ha progettato il Pnrr l’ha fatto con oculatezza. Ma stiamo parlando di un’era glaciale fa. Anche se sono passati pochi mesi»…
Zaia, la guerra cambia la storia: il Pnrr va ripensato
Non solo. Nell’arco della sua disamina giornalistica, il governatore leghista sottolinea che l’attuale contesto bellico «ha portato alla luce due gravi debolezze del Paese, su autonomia energetica e autonomia alimentare», pertanto – rilancia Zaia – «la strategia va modificata, appunto, ricalibrando il Pnrr». Del resto, aggiunge anche il Presidente di Regione, «l’articolo 21 del negoziato autorizza a rivedere il Piano se cambiano le condizioni in cui opera – continua l’intervistato –. Ed è altrettanto vero che si può ottenere una dilazione sui tempi di attuazione, visto quello che è accaduto». O meglio. «Sono emerse altre priorità: tra il rifare le dorature ai guard rail per attrarre più turisti. E far pagare meno l’energia ai cittadini, è chiaro quale sia la sfida principale», sottolinea il governatore…
E sull’autonomia energetica: «Non possiamo dipendere dalla Russia. Né da qualunque altro Paese»
La soluzione, allora, secondo Zaia è investire sulle rinnovabili, ma puntare su un mix di fonti. Abbiamo detto no al nucleare e poi il Veneto ha le centrali slovene a 200 chilometri. La Francia le ha. La Germania idem, anche se viene presentata come la patria delle rinnovabili. Non deve essere una questione di tifoserie. Non possiamo dipendere dalla Russia. Né da qualunque altro Paese: nessuna azienda si affiderebbe a un fornitore per quasi la metà del fabbisogno energetico», commenta Zaia. Il quale poi, tirando le somme, sul Pnrr chiede di attivare un «overbooking nazionale». «Chi non porta a termine i progetti – propone Zaia – restituisca i soldi a una cassa nazionale. Che a sua volta li redistribuirà a chi sa spendere. Già sento comunità dire: “Non ce la facciamo, non riusciamo a progettare”. Spiegatemi perché altri ce la fanno»…