Alpini, lite tra le donne a sinistra. Lucarelli se la prende con la Meloni e diffonde fake news
Alla fine il caso degli alpini ubriachi a Rimini si è trasformato in una campagna nazionale contro le penne nere. Fioccano firme contro le prossime adunate. Seicento ogni minuto, gongola La Stampa. Ma nel Pd le donne si dividono tra chi difende gli alpini e chi invece bacchetta chi difende gli alpini.
La coordinatrice delle donne dem di Rimini difende gli Alpini
Sotto accusa è finita Sonia Alvisi, da oltre dieci anni coordinatrice delle donne democratiche di Rimini nonché consigliera di parità della Regione Emilia Romagna. Alvisi ha detto, con il buon senso che spesso manca a sinistra, che non è possibile «fare di oltre 400 mila Alpini dei molestatori». Così si è dissociata «dai toni accusatori che incrementavano una polemica generalista e qualunquista che getta discreto su un Corpo dal valore riconosciuto e indiscusso».
Alvisi: 400mila alpini tutti molestatori? Non si può affermare
La polemica si è fatta subito fiammeggiante. Com’è possibile che una donna del Pd non segue la direttiva di Non una di meno contro l’alpino molesto? Lei si difende e in un’intervista a la Stampa afferma: «Io non dico che non credo a queste ragazze, con cui peraltro non ho neanche parlato e di cui non ho letto le testimonianze neanche sui giornali. Ma se io subisco una molestia devo immediatamente andare a denunciare alle autorità. Perché se poi dico un qualcosa senza denunciare divento meno credibile rispetto a quello che ho subito». E rilancia quanto affermato da molti alpini presenti al raduno di Rimini: molti si sono comprati i cappelli in vendita sulle bancarelle per fare casino. Insomma si è trattato di “infiltrati”.
Le deputate Pd al governo: azioni contro le “molestie di massa”
Le deputate del Pd invece si rivolgono al governo affinché metta in atto misure per evitare in futuro il ripetersi dei fenomeni di “molestie di massa”: l’interrogazione è firmata da Pini, Boldrini, D’Elia, Bruno Bossio, Cenni, Incerti, Mura, Schirò, Pollastrini, Morani, Gribaudo, Braga, Lorenzin, La Marca, Prestipino, Bonomo, Ciagà, Di Giorgi, Madia, Berlinghieri, Cantini, Ciampi, Quartapelle.
Lucarelli: Meloni è stata zitta. Ma la leader di FdI aveva detto: va punito chi ha commesso reati
La notizia viene cavalcata sui social da Selvaggia Lucarelli che non trova nulla di meglio che mettere in mezzo Giorgia Meloni, accusandola di restare zitta sugli episodi riminesi. Come spesso le accade Lucarelli si sbaglia e diffonde una fake news. Infatti la Meloni sulla vicenda non è stata zitta: “Ci auguriamo – aveva detto la leader di FdI – che sia fatta tempestivamente luce su quello che è accaduto nel corso dell’ultima adunata nazionale degli Alpini perché la criminalizzazione dell’intero Corpo alla quale siamo assistendo in queste ore è inaccettabile. Se a Rimini qualcuno si è permesso di macchiare la divisa che indossa con comportamenti offensivi o addirittura compiendo dei reati deve essere punito e perseguito secondo la legge. E senza fare sconti perché chi indossa una divisa ha una responsabilità doppia verso la comunità. Ma nessuna deve permettersi di generalizzare e offendere le Penne nere, orgoglio delle nostre Forze Armate e simbolo di un’Italia solidale e sempre al servizio dell’altro”.
A Guido Crosetto, che le ha fatto notare il suo errore, Lucarelli ha risposto che lei non aveva visto nulla sulle pagine social della Meloni. E tanto le è bastato per accusarla di essere rimasta in silenzio. Sarebbe stata sufficiente una ricerca su google per non propagandare fesserie: troppa fatica, evidentemente, per la Lucarelli.
Lei ovviamente zitta. pic.twitter.com/QlSk8M0opd
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) May 11, 2022