Armi, 5stelle infuriati con Guerini per il “chiarimento” del ministro. Il Pd reagisce
Non si placano le polemiche tra 5Stelle e il governo. Pomo della discorida le parole del ministro della Difesa Lorenzo Guerini sul supporto italiano all’Ucraina. “Anche – ha detto sdegnando i pentastellati pacifisti – con dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni dalle quali la Russa bombarda”. Parole forti durante un’audizione in Parlamento, che i grillini definiscono “allarmanti”. Il polverone ha costretto il ministero della Difesa a correggere il tiro.
Tempesta tra i 5Stelle e il ministro Guerini
Il ministro di provata fede dem – spiega la nota – si riferiva a “munizionamenti a cortissimo raggio funzionali al solo scopo difensivo. E per proteggere città e cittadini”. Ma il comunicato diffuso ieri sera non è servito alla schiarita. Le parole di Gerini – secondo il partito di Conte – sembrano ignorare la prospettiva di una soluzione negoziale. Fonti M5S che seguono il dossier difesa mettono nuova benzina. “Il ministero della Difesa con la sua imbarazzata nota di precisazione di ieri ha ammesso implicitamente che il munizionamento a lungo raggio sarebbe a scopo offensivo”. Insomma il chiarimento sarebbe un tradimento delle reali intenzioni del governo sul conflitto russo-ucraino. Vedete? dicono. Che allora esiste la distinzione tra armi difensive e offensive.
Il Pd difende il governo e contrattacca
Il Pd ci mette il carico da novanta. E attacca i grillini per l’assenza in aula. “Stiamo parlando di materie delicate e complesse. Che non possono essere utilizzate per posizionamenti politici”. Così Enrico Borghi, responsabile Sicurezza della segreteria di Letta. “Io dico solo che all’audizione di ieri c’ero. A differenza di altri, e credo che chi, legittimamente, pone il tema delle presenza del presidente del Consiglio e del ministro della Difesa in Parlamento, farebbe bene ad essere presente nelle sedi competenti. Così si eviterebbero corto circuiti istituzionali e comunicativi”. E i 5Stelle non c’erano. “In aula non li ho visti, magari erano collegati da remoto. Posso dire però che le parole di Guerini sono risultate chiare. E prive di fraintesi. Tanto che ieri nessuno ha preso la parola per chiedere chiarimenti”.
Conte e Salvini non mollano
Parole pienamente rispettose del Parlamento, visto che Guerini ha detto che il governo farà ciò che il Parlamento ritiene di fare. E ha precisato – continua il parlamentare dem – che non sono cambiati i termini dell’impostazione. Già votata dal Parlamento a marzo a larghissima maggioranza”. Eppure Conte ed anche Salvini continuano a chiedere chiarimenti. Polemiche pretestuose? “Da parte nostra certamente facciamo appello alla gravità del momento Si tratta di questioni troppo importanti per essere piegate a interessi di parte”. Quindi il premier Draghi e il ministro Guerini devono o no venire in Parlamento? “Noi non abbiamo paura del confronto e di stare nel merito”, conclide Borghi. “Se si ritiene di fare un percorso di dibattito, lo faremo e, come Pd, ribadiremo le nostre posizioni”.