Assalto finale ad Azovstal, i russi provano l’irruzione dal ponte usato per evacuare i civili
Poco fa la Russia ha ripreso l’assalto all’acciaieria Azovstal di Mariupol. Nei giorni scorsi, con la mediazione dell’Onu, i soccorritori hanno portato fuori donne e bambini che si erano rifugiati nella fabbrica abbandonata. L’evacuazione dai bunker di Mariupol, però, si è fermata ai civili: i soldati ucraini sono ancora dentro il ventre della balena di acciaio e cemento. Determinati a resistere e a non abbandonare il presidio. «La resa per noi è inaccettabile», anche perché «non avremmo grandi possibilità di sopravvivere se venissimo catturati», ha affermato il capitano Svyatoslav Kalina Palamar, vice comandante del battaglione Azov, che nelle scorse ore ha parlato in una conferenza stampa online nell’acciaieria assediata.
Assalto finale ad Azovstal: nuovi attacchi russi contro l’acciaieria
Le autorità ucraine, come riporta Ukrinform, denunciano l’ultimo assalto in corso alla Azovstal. I militari ucraini provano a resistere. «Dopo che un convoglio dell’Onu ha lasciato la regione di Donetsk, le forze di occupazione hanno iniziato a prendere d’assalto Azovstal – fa sapere su Telegram Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol –. In particolare – aggiunge – hanno cercato senza successo di fare irruzione attraverso il ponte usato per l’evacuazione delle persone dall’area». Ma i soldati asserragliati nel gigante d’acciaio non si arrendono. E continuano a ripetere: «I nostri politici stanno provando a negoziare con quegli animali. Ma non ricordano cosa hanno fatto? Non possiamo parlare con questa gente», tuona sempre Palamar.
Non solo Azovstal: ancora una fosse comune vicino al villaggio di Vynohradne
Intanto, sul suo canale Telegram Andriysh Time riferisce che gli occupanti hanno portato i corpi di centinaia di residenti di Mariupol, uccisi dall’esercito russo, in una fossa comune vicino al villaggio di Vynohradne. E ancora. Sempre sul fronte della cronaca del conflitto, e sempre via Telegram, su apprende che dalla Crimea è partito il lancio di quattro missili Bastion che hanno colpito la parte meridionale della regione di Odessa. Mentre nella regione di Luhansk, undici persone che si nascondevano in un sotterraneo a Shipilovo hanno smesso di comunicare con l’esterno, dopo che i russi hanno aperto il fuoco sul rifugio.
Nella regione di Lugansk 24 attacchi dell’esercito russo contro la popolazione
«I vigili del fuoco hanno condotto un’operazione di soccorso nei limiti di quanto è consentito fare in condizioni di sicurezza. Ma i russi non smettono di sparare sulle case dei cittadini e risulta impossibile smantellare completamente le macerie a Belogorovka e Shipilovo», spiegano i messaggi su Telegram, riferendo che ieri l’esercito russo «ha preso di mira la popolazione della regione di Lugansk 24 volte»…