Bambini ucraini deportati. L’editto di Putin sulla “russificazione” dell’infanzia
Dopo l’acciaio e il grano, la Russia vuole depredare l’Ucraina anche dell’infanzia. I bambini, dunque, diventano “bottino di guerra”. Lo “zar” vuole trasformare quelli ucraini rimasti senza genitori in futuri soldatini fedeli al Cremlino.
Non altrimenti si può leggere l’editto di Putin di cui scrive oggi il Corriere a firma di Federico Fubini. “L’intenzione – scrive Fubini – è fare dei piccoli ucraini senza più genitori – migliaia di loro nelle regioni sottomesse – giovani russi che in futuro potranno unirsi all’esercito di Mosca. Anche per questo l’invasore porta via tutto ciò che può, finché può, mentre ancora la guerra infuria”.
Il provvedimento riguarda i bambini residenti nelle autoproclamate repubbliche putiniane di Donetsk e Lugansk, ma anche – elemento nuovo – quelli delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson al sud. Il fine è la loro “russificazione”.
“In altri termini – spiega il Corriere – entità ormai sotto il controllo di Mosca nelle città occupate – scuole, orfanatrofi, centri medici o centri sociali – possono decidere sulla futura nazionalità dei loro assistiti. Il passo successivo potrà essere poi l’adozione da parte di una famiglia in Russia stessa, come previsto dal «Commissariato per la protezione dei bambini» del Cremlino”.
Per ottenere la cittadinanza occorre firmare una dichiarazione di fedeltà al regime di Putin: «Mi impegno a essere fedele alla Russia, a compiere scrupolosamente il mio dovere civico e a sostenere i miei obblighi in accordo con la Costituzione e le leggi della Federazione russa».
A fine marzo Zelensky aveva parlato di duemila bambini deportati da Mariupol in Russia. A metà aprile il ministero degli affari esteri di Kiev denunciava la deportazione in Russia di bambini, compresi orfani, bambini privati delle cure parentali e bambini i cui genitori sono morti in guerra. Minori sui quali gravava la minaccia di “adozioni illegali” da parte di famiglie russe.