“C’è una bestia in lui, ho paura”: il profetico audio della mamma di Benno a un’amica sconvolge l’aula (video)
«Una bestia«, evidentemente feroce, «dentro di lui» che spaventava persino sua madre. Laura Perselli aveva paura di suo figlio Benno. E non ha mancato di confidarlo alla sua cara amica, anche in un messaggio audio che è stato ascoltato in aula nel c orso dell’ultima udienza del processo al giovane altoatesino accusato dell’omicidio e dell’occultamento dei cadaveri dei suoi genitori. Parole agghiaccianti, specie lette alla luce di quanto accaduto, che più che premonitorie suonano come tragicamente rivelatrici di un terrore serbato a fatica nell’intimità di una quotidianità domestica drammatica. Una realtà intrisa di timore. Di sospetto. Quasi di attesa di qualcosa sempre sul punto di verificarsi e che, purtroppo, è puntualmente accaduto. E nel modo più terrificante…
Processo a Benno Neumair: in aula il drammatico audio della mamma
Una verità contraddittoria, quasi dicotomica, quella che i coniugi Neumair celavano dietro l’apparenza di una ordinarietà difficile da gestire. Dietro tendine ricamate alle finestre che coprivano da possibili sguardi esterni su un mondo fatto di angoscia e precarietà emotiva. «Benno è sempre stato pieno di buone intenzioni. E poi c’è questa bestia in lui che lo fa andare così. Vediamo se si riesce con calma, per il suo bene, a metterlo in una comunità terapeutica», diceva Laura Perselli in un messaggio vocale che aveva inviato nel luglio 2020 ad una sua amica. Custode di un segreto inquietante. E come l’altra figlia di Peter e Laura, preoccupata per quella presenza ostile che ora poteva mostrare il volto del lupo, ora il manto dell’agnello…
Nelle sue parole l’angoscia di una madre per lo stato mentale del figlio
La donna ieri, 17 maggio, è stata ascoltata come testimone in Corte d’Assise nel processo a Benno Neumair, il trentunenne bolzanino che il 4 gennaio 2021 aveva ucciso i genitori, Laura e Peter. In aula è riecheggiata l’eco delle voci di chi non c’è più. Ucciso a sangue freddo da un figlio difficile. Tormentato. Incomprensibile e nascosto nelle pieghe di un animo inaccessibile nel profondo. Una sensibilità – e un comportamento – i suoi, altalenanti e contraddittori. Forse perennemente oscillanti tra bene e male, arrendevolezza e violenza. Come emerge dall’audio del messaggio che Laura Perselli aveva inviato all’amica spiegandole che Benno era stato ricoverato in psichiatria in Germania dopo aver inscenato una finta aggressione contro di lui. Nei messaggi vocali, Laura raccontava tutta la sua preoccupazione per le condizioni di salute mentale del figlio.
Benno Neumair, la madre: «Ho paura a vivere con un ragazzo così. Abbiamo nascosto i coltelli»
«Ho paura a vivere con un ragazzo così. Abbiamo nascosto i coltelli in casa», aveva aggiunto Laura. Concentrando in quelle parole. E affidando a quella risoluzione, la sua flebile difesa contro il lato oscuro che pervadeva quel figlio fragile e disarmonico nei comportamenti e nelle esternazioni. Nel corso dell’udienza sono state ascoltate, tra le altre, anche due testimonianze della scuola media in lingua tedesca di Bolzano, dove Benno lavorava come insegnante supplente di matematica. Una dirigente scolastica, in particolare, ha ricordato vari episodi dai quali emerge come Benno fosse un insegnante poco affidabile. A partire, per esempio, dalla sua mancanza di puntualità… La seconda testimone, invece: un’insegnate di sostegno, ha raccontato di un incontro ravvicinato con Benno, dal quale avrebbe subito un’aggressione verbale nel corso di una lezione. Fatti. Parole. Precedenti che riletti col senno di poi fanno venire i brividi.
L’inquietante precedente del malessere che Benno ha palesato in Germania
Come quando Laura, sempre parlando con la sua amica, alla quale esternava tutta la sua preoccupazione per le condizioni di salute mentale del figlio, diceva: «La diagnosi dei medici tedeschi è che soffre di schizofrenia paranoide con disturbo della personalità e aggressività. Avevo chiesto di mandarlo con un’ambulanza a Bolzano ma è impossibile. Per loro deve andare per conto proprio. Cose folli, sarebbe da denunciarli — disse ancora Laura alla confidente —. Io ho paura a vivere con un ragazzo così. Ho contattato il primario di psichiatria che è molto bravo e vediamo se si riesce con calma a convincerlo a metterlo in una comunità terapeutica. Siamo stanchi». I loro corpi si sono arresi alla ferocia dell’aggressivit5à di Benno. Le loro menti hanno smesso di combattere per la sanità mentale di quel figlio così indecifrabile e minaccioso. Ora, il temuto “peggio” si è verificato…
Sotto, un video da Youtube ricostruisce i messaggi della madre di Benno a un’amica