Conte abbaia a Draghi: “Amareggiati per il no al Superbonus, gravissimo se è una risposta sulla guerra”
“Noi siamo rimasti molto amareggiati, non è una questione personale. E’ una questione da chiarire agli italiani, agli 11 milioni di italiani che ci hanno votato. Noi abbiamo dato il nostro consenso alla formazione di questo governo proprio sull’impegno per la transizione ecologica. Il superbonus è una misura che tutto il mondo ci ha invidiato”. Così il leader M5S Giuseppe Conte commentando le parole di ieri del premier Draghi, che ha di fatto bocciato il superbonus edilizio, misura voluta dai grillini, nella sua intervista a Tgcom24. “Qual è la logica di un premier che prima sottoscrive una norma che allunga il superbonus e poi va al Parlamento Ue a parlare male di questa misura?”, insiste l’ex presidente del Consiglio, che aggiunge: “C’è una contraddizione incomprensibile e va chiarita”. Poi il dubbio: “Se le parole di Draghi sul superbonus fossero una rappresaglia alla richiesta legittima” di sentire il premier in Aula sulla crisi ucraina sarebbe gravissimo”.
Conte contro Draghi, ma non solo su Superbonus
L’ex premier grillino, due giorni fa, aveva dato ordine ai suoi ministri di non votare il decreto Energia che conteneva la norma che autorizza la realizzazione di un inceneritore dei rifiuti a Roma. La sfida, dunque, è a tutto campo, in vista di una possibile crisi di governo autunnale. “Sul superbonus Draghi è stato contraddittorio, ha parlato male di una misura che gli ha consentito di fregiarsi della crescita del Pil”, ha ribadito in conferenza stampa il leader M5S Giuseppe Conte. “Mi meraviglia che davanti al Parlamento europeo” il presidente del Consiglio “trovi l’esigenza di criticare una misura che ha fatto correre il paese”. E sull’inceneritore, Conte ha rilanciato le sue accuse al Pd. “Come si fa a prendere l’appoggio del M5S, dei giovani che si battono per il pianeta, e poi mutare completamente questa posizione? Vorrei vedere se i ministri che hanno firmato quella norma accetterebbero la villetta, la seconda casa, con un inceneritore accanto”.
I timori che il Pd voglia far fuori il M5S dal governo
Infine, il tema della guerra e delle armi. “Dopo due mesi un primo ministro deve andare in Parlamento a spiegare ai cittadini quali sono le posizioni che sta portando sui tavoli internazionali: quando andrà a Washington, Draghi cercherà di ascoltare Biden o anche di persuaderlo sulle sue posizioni?”, chiede il leader M5S. Che oggi, in una intervista, si chiedeva se qualcuno non stesse lavorando per far fuori i grillini dal governo. Il Pd per esempio?