Contrordine compagni: ora l’intellighenzia dem snobba e boicotta i talk show di sinistra
La sinistra boicotta i talk show di sinistra: l’intellighenzia dem diserta. Il caso Tocci fa scuola: divulgare snobbando il contraddittorio… Nathalie Tocci (direttrice di Iai-Istituto Affari Internazionali e docente onoraria dell’Università di Tübingen), una delle più gettonate analiste della guerra in Ucraina, invitata a diMartedì, ha deciso di declinare l’invito per lanciare un segnale. Segnale ricevuto forte chiaro. Talmente chiaro che in un articolo su La Stampa per la professoressa si è reso necessario spiegarne le motivazioni: la trasmissione – in merito alla quale, sulle prime, si è creato persino un alone di mistero che non ha fatto che acuire la curiosità su un caso che sembra montato ad arte – ospitava «una propagandista che lavora per il ministero della Difesa russo». Leggi, più che presumibilmente, Nadana Fridrikhson, ospite della trasmissione di Giovanni Floris. E così è scattato per la Tocci – e la cordata di opinionisti dem che si diranno pronti a rilanciare il mantra – il not in my name che giustifica la mancata partecipazione televisiva.
La sinistra boicotta i talk show di sinistra
La Tocci, insomma, lancia una nuova moda mediatica. Ai talk con i propagandisti russi dice no: il contraddittorio con un interlocutore che la pensa democraticamente all’opposto non le interessa. Anzi, di più: non lo ritiene un suo compito. E come spiegava ieri l’esperta dalle colonne de La Stampa: «Quando viene ospitata la propaganda russa […] la logica è diversa. Se il formato fosse mirato a smascherare la propaganda russa allora non ci sarebbe stato bisogno della mia presenza. Il lavoro dello smascheratore è del giornalista, non il mio. Nel formato del talk-show, invece, il conduttore non smaschera le bufale fattuali, non fa fact-checking, bensì le presenta come opinioni che un altro opinionista è chiamato a contrastare, peraltro in pochi minuti». E così, la sua assenza sulla poltrona offerta da Floris, diventa un caso di scuola…
Il caso Tocci e l’appello silenzioso alla vulgata radical chic
Quello che coinvolge un po’ tutta la casta inossidabile degli opinionisti da talk show rigorosamente dem e accademicamente anti-vulgata, che comincia insomma a tirare una linea sull’over presenzialismo nei programmi tv di sinistra. Un po’ come l’antesignano Nanni Moretti di Ecce Bombo che, invitato a una festa, si interrogava sull’amletico dubbio se non fosse più conveniente, in termini di visibilità, andare ma arrivare in ritardo e mettersi appositamente in disparte. O non partecipare affatto all’appuntamento. Insomma, per citare la scena del famoso film, il trend di adesso è: farsi notare e dare voce corposa alle proprie teorie in contumacia. Dare nell’occhio e far risuonare nel silenzio della propria assenza pensiero personale e linea di parte.
Il nuovo mantra della sinistra: via dalla pazza folla tv
E non può dirsi certo sola la Tocci in questo. Pure l’ex direttore di Repubblica, Mario Calabresi, condivide. Tanto da aver fatto già chiaramente sapere come la pensa annunciando di aver puntualmente declinato già qualche invito. Cosa stona allora nel “caso” Tocci? Semplice: quella “chiamata alla armi” indirizzata alla vulgata radical chic che sulla guerra la pensa come lei perché disertino tutti gli studi televisivi quando il vicino di poltrona è un amplificatore delle mostruosità putiniane. Insomma: una sorta di “o me, o nessuno”. Ma, come scrive oggi Libero in un servizio dedicato rilancia l’ipotesi che «auspicare però che dal suo gesto parta un boicottaggio generale dei talkshow che ospitano portatori di tesi sgradevoli, o anche folli, è un’ambizione putiniana, o lettiano-piddina, da questo punto di vista la differenza è minima».
I talk show di sinistra? Troppo ecumenici…
E allora: contrordine compagni e via dalla pazza folla. Per indottrinare gli spettatori e ovviare al disagio social-professionale di un’apparizione tv, meglio disertare la tv e, snobisticamente, lasciare la poltrona vuota: i talk show di sinistra non vanno più bene alla gente di sinistra. Troppo ecumenici. Meglio distinguersi edivulgare le proprie tesi facendo notare la propria assenza…