D’Annunzio contro Scarpetta: la prima causa per diritto d’autore. Le carte autografe in mostra

12 Mag 2022 10:34 - di Redazione
D'Annunzio Scarpatta

Alla Biblioteca Nazionale di Napoli un viaggio suggestivo nella storia dello spettacolo della città partenopea. In mostra per la prima volta le lettere autografe di Gabriele d’Annunzio per impedire ad Eduardo Scarpetta di mettere scena la parodia della sua “Figlia Di Iorio”.

D’Annunzio-Scarpetta: la prima causa per il diritto d’autore

Le carte della prima causa per il diritto d’autore spiccano nell’esposizione dal titolo “Napoli in scena” che dal 17 maggio al 15 settembre ospiterà la Biblioteca Nazionale ‘Vittorio Emanuele III’ di Napoli. La mostra è un viaggio suggestivo nella storia dello spettacolo della città partenopea, fenomeno che si lega alla sua cultura e alla sua identità: saranno presentati capisaldi sei-settecenteschi e dell’ottocento: dal Pulcinella nel disegno manoscritto di Francesco Antonio Nigrone alle testimonianze Salvatore De Muto, agli esponenti della nuova drammaturgia, alle suggestioni novecentesche.

Scarpetta portò in scena la parodia della “Figlia di Iorio”

 Nel percorso espositivo- racconta l’Adnkronos-  anche le inconsuete foto di Titina De Filippo attrice di rivista; la versatile attività di Vincenzo Scarpetta; le foto dal set e dalle scene dei film Totò e di Nino Taranto; l’archivio del regista Giuseppe Patroni Griffi; i bozzetti di Lino Fiorito prodotti per il regista Mario Martone.La causa promossa da d’Annunzio contro Scarpetta per aver portato in scena “Il figlio di Iorio” al Teatro Mercadante di Napoli il 3 dicembre 1904, pochi mesi dopo il debutto di “La figlia di Iorio” al Teatro Lirico di Milano il 2 marzo del 1904, è un episodio che non riguarda solo le vicende della realtà partenopea ma assume risvolti estremamente significativi nel quadro della storia e della cultura italiane a cavallo tra Otto e Novecento.

La dialettica tra libertà e parodia

La dialettica fra la libertà della parodia della contraffazione, rilevato dai suoi antagonisti, fu animata anche dall’intervento della Società Italiana degli Autori, istituita nel 1882: da subito al fianco di d’Annunzio a tutela del valore e dell’integrità della sua opera, già nel tentativo di proibire le recite della compagine napoletana appellandosi al prefetto e al procuratore del re a firma del direttore Marco Praga a partire dall’ottobre del 1904.

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