Ddl concorrenza, Draghi in pressing sul Senato. Meloni: vuole espropriare 30mila aziende italiane
Sulla questione dei balneari “troveremo un accordo come abbiamo fatto sul catasto”, promette Matteo Salvini. E nell’attesa Mario Draghi scrive alla presidente del Senato Casellati chiedendole un’accelerazione dei lavori sul ddl concorrenza per rispettare gli impegni del Pnrr.
“Il governo, nel rispetto delle prerogative parlamentari – scrive Draghi – deve rappresentare che, senza una sollecita definizione dei lavori del Senato con l’iscrizione in Aula del provvedimento ed una sua rapida approvazione entro fine maggio sarebbe insostenibilmente messo a rischio il raggiungimento di un obiettivo fondamentale del Pnrr”. La commissione referente ha ricevuto il testo il 23 dicembre e ancora non c’è stata una votazione sugli emendamenti. Insomma bisogna fare presto. Una vera e propria “strigliata” del premier al Parlamento. Una mossa irrituale che rappresenta una sgrammaticatura istituzionale.
Giorgia Meloni, a margine di un appuntamento elettorale ad Alessandria, è tornata sul tema dei balneari. “Draghi dovrebbe spiegarci – ha detto – le ragioni di questa imposizione. Stiamo parlando di espropriare 30mila aziende italiane e trasferire una nostra ricchezza per il turismo alle multinazionali straniere… Dai documenti di governo questa roba non c’è nel Pnrr….”.
E ancora: “Qualcuno non ci spiega le cose come stanno. Per cui se il governo si è impegnato a svendere le nostre aziende balneari in cambio non so di cosa, dovrebbe spiegarlo agli italiani, perché gli accordi sotto banco non si fanno a casa mia…”.
Grave, per Giorgia Meloni, il ricorso alla fiducia ventilato da Prodi sul ddl concorrenza. “Secondo me è molto grave. Intanto, è un presidente del Consiglio che non è stato, né direttamente, né indirettamente, scelto dagli italiani, che arriva così alla sua cinquantunesima fiducia in una realtà nella quale da democrazia parlamentare, se tutto va bene, i provvedimenti li discutiamo in uno dei rami del Parlamento….”.