Di Maio nella bufera. “Non vuole ritirare le 33 onorificenze date a Putin e ai russi”. I radicali accusano
Le accuse di filo-putinismo, che nei Cinquestelle toccano la massima espressione nel caso Petrocelli, il presidente della Commissione Esteri che non vuole dimettersi, stavolta scuotono la figura di Luigi Di Maio, il titolare della Farnesina. “Cosa aspetta Di Maio a revocare le 30 onorificenze italiane conferite dal 2014 a uomini di Putin? Che fine ha fatto la commissione ad hoc che doveva predisporre revoche?”, si domandano Massimiliano Iervolino, Igor Boni, segretario e presidente di Radicali Italiani e Giulio Manfredi dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta.
Di Maio e la lunga lista di onorificenze a Putin e ai big della Russia
“I governi Renzi e Gentiloni (2014-2018) avevano assegnato solo tre onorificenze ma a uomini del ristretto ‘cerchio magico’ di Putin: Peskov, Sechin e Usmanov. Il primo governo Conte (2018-2019) aveva assegnato quattro onorificenze; da quando Luigi Di Maio si è insediato alla Farnesina (5 settembre 2019) a oggi sono stati medagliati 22 uomini del regime russo (due di essi con due medaglie a testa)”, spiegano i Radicali.
“Dopo la seconda aggressione della Russia all’Ucraina – aggiungono gli esponenti di Ri – Draghi si era impegnato a revocare tali onorificenze. Il 21 marzo scorso il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva istituito una Commissione ad hoc per istruire il procedimento di revoca delle onorificenze. Sono passati oltre 40 giorni e non se ne sa più nulla; sicuramente sulla Gazzetta Ufficiale non è comparso alcun provvedimento di revoca.
“Proprio in questi giorni in cui la Russia sta attaccando pesantemente l’Italia a livello diplomatico; sarebbe quanto mai opportuno che dalla Farnesina arrivasse, finalmente, un provvedimento inequivocabile, che faccia tabula rasa di un passato vergognoso di ammiccamenti al regime di Putin. Non stiamo parlando di una questione per “addetti ai lavori”; quelle onorificenze sono state attribuite a nome di tutti i cittadini italiani. Devono essere revocate subito, a nome di tutti i cittadini italiani”, concludono.