Dl Ucraina, alla Camera per due volte di seguito manca il numero legale. Lollobrigida: governo al capolinea

16 Mag 2022 16:46 - di Redazione
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Per due volte manca il numero legale alla Camera alla votazione  sulla pregiudiziale di Fdi sul decreto legge Ucraina Bis. Assenze che si contano tutte nella maggioranza. Dove è forte il malcontento per il modo in cui Draghi sta gestendo il dossier sulla guerra. Nunzio Angiola, deputato di Azione e relatore al provvedimento all’esame della Camera afferma che vi sono motivi di forte recriminazione per il fatto che la scadenza del decreto è fissata per il 20 maggio e che in commissione è stata data appena un’ora per il deposito degli emendamenti e soltanto due per l’analisi e la votazione degli stessi.

“È vergognoso – sottolinea il capogruppo FdI alla Camera Francesco Lollobrigida – che una maggioranza formata da oltre il 90% delle forze politiche, tenuta insieme solo dalla paura di perdere la poltrona, sia assente e non riesca a garantire il numero legale in Aula su un provvedimento così importante. L’esperienza di questo governo è al capolinea, sarebbe più dignitoso ridare la parola agli elettori”.

La maggioranza di Governo, incalza Maria Teresa Bellucci di FdI “si è dimostrata estremamente superficiale su un provvedimento delicato come il decreto Ucraina. Le forze di governo, nonostante possano contare sulla maggioranza più numerosa della storia della Repubblica Italiana, riescono a non permettere il raggiungimento del numero legale in Aula. Fratelli d’Italia è presente per rispettare il proprio ruolo d’opposizione costruttiva e per ricordare, alla maggioranza dei “migliori assenti”, che il lunedì è un giorno lavorativo…”.

“Una maggioranza bulgara – rincara la dose Fabio Rampelli – non riesce a garantire il numero legale in aula per il Dl Ucraina. Tra l’impasse per il caro energia, gli effetti economici della guerra nel cuore dell’Europa e i tagli alle previsioni di crescita nell’Eurozona e le conseguenti ripercussioni in Italia, il Governo Draghi mostra tutta la sua debolezza che nasce dall’assenza di un consenso politico elettorale, ma anche dall’assenza di una prospettiva strategica uniforme. Se bisogna andare avanti così per un anno intero, allora avevamo ragione a chiedere di andare a elezioni”.

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