Epatite, ancora misteriose le cause: in Uk spunta l’ipotesi dei cani. Al Bambino Gesù nessun caso nuovo

9 Mag 2022 16:41 - di Alessandra Danieli

Si va a caccia delle cause misteriose delle epatiti acute pediatriche. “Per ora siamo in una fase di valutazione. Ma in Italia le segnalazioni sono sotto controllo. Non si registra un aumento dei trapianti di fegato legati a questo tipo di epatite. Che di solito sono un paio a livello nazionale”. Non è allarmista Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). E ordinario di Malattie infettive alla Sapienza di Roma.

Epatite pediatrica, in Italia casi sotto controllo

Sull’origine di queste epatiti acute, l’infettivologo precisa che “parliamo ancora di casi probabili. E non sappiamo se c’è un cofattore insieme ad un agente patogeno. Quindi non abbiamo una causa ben definita. E si sta svolgendo una sorveglianza attiva. Ma vediamo anche che a livello europeo, dopo l’escalation di segnalazioni dei mesi passati, ora c’è una stabilizzazione e l’incremento si è fermato”. Nel Regno Unito, invece, si è valutato l’uso del paracetamolo. E si investiga a 360 gradi: finora l’indiziato numero uno resta l’adenovirus. Si cerca in tutte le direzione per scoprire la potenziale causa di “un numero insolitamente alto di casi di epatite acuta” . Sotto la lente degli esperti ogni contatto, viaggio, farmaco assunto. Si guarda persino agli animali domestici.

Uk, spunta l’ipotesi dei cani o del paracetamolo

Protagonisti di un focus dell’ultimo report di aggiornamento della Uk Health Security Agency. Quello che fa il punto sulle possibili esposizioni. Sebbene l’indiziato numero uno resti sempre l’adenovirus. Gli esperti fanno riferimento all’esito dei questionari  compilati dai genitori di bambini colpiti da epatite. “Le risposte hanno rilevato un numero relativamente alto di famiglie proprietarie di cani. O di esposizioni ad altri cani“. Si parla si un “70%” dei bambini per i quali i dati erano disponibili. “Il significato di questa scoperta è in fase di studio”. Avere un cane domestico, infatti, “è comune nel Regno Unito”. Gli esperti britannici non vogliono lasciare nulla di inesplorato. L’obiettivo delle domande è stato quello di valutare una vasta gamma di esposizioni differenti. Circa tre quarti degli intervistati, per l’Inghilterra, ha menzionato l’uso di paracetamolo” . Rimane come potenziale agente eziologico, ma al momento le prove sono deboli”, assicurano. Mentre c’è un apparente riduzione dei casi confermati nelle ultime 2 settimane nel Regno Unito, ci sono nuove segnalazioni in Scozia. Sei i possibili fattori.  La prima è che si tratti di una normale infezione da adenovirus. L seconda ipotesi di lavoro è una nuova variante di adenovirus. La terza è una sindrome post Sars-CoV 2. La quarta è un eventuale farmaco, una tossina o un’esposizione ambientale. La quinta ipotesi è “un nuovo agente patogeno”. La sesta, infine,  è una nuova variante del covid.

Gismondo: l’ipotesi dei cani è fuorviante

“Per carità, no. Sono ipotesi infondate. La verità è che ancora si brancola nel buio”. Così Maria Rita Gismondo che non crede alla teoria dei cani come causa delle epatite a eziologia ignota. Per Matteo Bassetti “ci vuole tempo per chiarire alcuni punti, non abbiamo ancora dato un nome e un cognome”. L’infettivologo genovese pensa soprattutto all’adenovirus. Intanto dal Bambino Gesù di Roma fanno sapere che la situazione non si è modificata. “Non abbiamo avuto altri casi rispetto ai 6 bambini assistiti fino ad oggi. Quindi non c’è stato nessun aumento. E anche il piccolo paziente arrivato da Bergamo è migliorato e viene seguito”. Parola di Giuseppe Maggiore, responsabile dell’Unità operativa di Epatogastroenterologia e Nutrizione dell’ospedale pediatrico romano.

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