Forza Italia, asse campano-lombardo pro Ronzulli e anti-Gelmini. Lo striscione: «Licia, Napoli ti ama»
È vero che l’amore a Napoli è di casa. Vi si muore addirittura, di amore. Ma da qui a srotolare uno striscione con la scritta «Licia, Napoli ti ama» – come ha fatto l’europarlamentare forzista Fulvio Martusciello durante l’odierna convention alla Mostra d’Oltremare – ce ne corre. Passi pure per Licia Colò, volto familiare per chi ama girare il mondo attraverso la tv, ma della senatrice Licia Ronzulli, vera destinataria del plateale endorsement, i partenopei ignorano persino l’esistenza. Avesse scritto “Forza Italia ti ama“, avrebbe avuto certamente più senso. Specie dopo la guerra interna innescata dalla recente nomina della Ronzulli a commissario politico in Lombardia al posto di un fedelissimo di Maria Stella Gelmini.
Guerra sempre più aspra tra i berlusconiani
E siamo giunti al punto. Già, perché pur con Napoli al posto di Forza Italia c’è un implicito ma politicamente rilevante “non detto” nello striscione inneggiante alla senatrice: un grande “vaffa” indirizzato all’intera delegazione ministeriale azzurra, da tempo sospettata di pendere più verso Mario Draghi che dalla parte dell’indomito Cavaliere. L’esatto contrario della Ronzulli, ormai vera custode dell’ortodossia berlusconiana. Giurandole amore attraverso lo striscione, l’astuto Martusciello si è schierato con la fazione interna ritenuta vincente, quella della senatrice appunto.
La Ronzulli leader degli anti-governativi
Apposta le cronache la descrivono come «molto divertita» dalla circostanza. Tanto da farsi immortalare più di una volta insieme allo striscione e ai militanti. Non proprio un saluto di “benvenuto” alla Gelmini, attesa alla convention partenopea nelle prossime ore. È prevedibile che nessuno srotolerà striscioni in suo onore. À la guerre comme à la guerre. E quella in Forza Italia ha tutta l’aria di non voler fare prigionieri. Lo striscione di Napoli, grondante amore per la Ronzulli, ne è la conferma. Lo dice anche la canzone: «Chist’è ‘o paese addó tutt’ ‘e pparole, so’ doce o so’ amare, so’ sempe parole d’ammore. E domani parole e musica saranno di Silvio Berlusconi.