Delirio di “Repubblica”: attacca il Giro d’Italia “sovranista” perché parte dall’Ungheria di Orban
Lo scoop di Repubblica, oggi, è datato 2019. Già tre anni fa avrebbero voluto titolare, come oggi, sul Giro d’Italia “sovranista” perché parte dall’Ungheria di Orban, nel segno del patto di Visegrad, e lo ammettono pure. Oggi che dopo il Covid il Giro d’Italia può finalmente partire da Budapest, come sarebbe dovuto essere tre anni fa, “Repubblica” finalmente può ipotizzare scenari politici “sovranisti” dietro questa scelta di farlo partire, oggi, da Budapest. In un articolo dal titolo, “A ruota di Orban, il Giro d’Italia parte da Budapest“, un giornalista tira in ballo i governi giallo-verdi, Salvini, i sovranisti di destra, Visegrad, l’Ucraina…
In realtà i motivi sono economici. Il gruppo Gedi, che edita Repubblica, contro il gruppo Cairo editorie che edita la Gazzetta dello Sport, organizzatrice della corsa. Farebbe ridere, se non facesse sorridere…
Repubblica contro Cairo, in mezzo c’è il Giro d’Italia sovranista…
Vediamo il passaggio più significativo dell’articolo: “Lo sport è uno degli strumenti della muscolare patria orbaniana, che sull’educazione fisica – un’ora al giorno per tutti i ragazzi nelle scuole dell’obbligo è dedicata a questa materia – e sulle potenzialità nazional-sovraniste delle vittorie basa parte della sua propaganda. Il Giro è arrivato così, da queste parti, ma tre anni fa. Era il 2019 quando Rcs mise nero su bianco con l’Ungheria una Grande Partenza rinviata poi due volte per la pandemia. Era un altro mondo: da noi c’era il governo giallo-verde, con le sue affinità elettive con Orbán – che, in quel periodo, regalò anche una e-bike a Salvini e oggi sarà omaggiato con un traguardo volante a Székesfehérvár, la sua città natale – , e così, di rinvio in rinvio, si è arrivati al 2022, nel momento più sbagliato forse per inscenare la prima partenza nell’Est Europa della corsa…”. Vabbè. Dovevano spostare la partenza a Ladispoli, più lontana dalla guerra e dal sovranismo…
Meno male che Repubblica non bolla il Giro sovranista anche come razzista. Gli africani presenti lo impediscono. “L’Africa suona la carica al Giro d’Italia che scatterà oggi da Budapest. Tra i favoriti per la conquista della prima maglia rosa dell’edizione 2022 c’è anche un corridore eritreo, Biniam Girmay, che è stato l’autentica rivelazione delle classiche di primavera…”. Meno male, va.