Giustizia, strada in salita per i referendum. A tre settimane dal voto cappa di silenzio sui quesiti
Strada in salita per i cinque referendum. Lo dicono tutti, cittadini-elettori compresi, ma ora lo conferma anche il Corriere della Sera attraverso un sondaggio di Nando Pagnoncelli. «A tre settimane dall’appuntamento del 12 giugno – scrive il fondatore dell’Ipsos – il referendum sulla giustizia stenta a decollare». Le stime di affluenza alle urne lasciano infatti ben poco spazio all’ottimismo: se si votasse oggi, ai seggi si recherebbe una percentuale di italiani compresa tra il 27 e il 31 per cento. Davvero poco per pensare che in tre settimane possa schizzare oltre il fatidico 50,1 soglia minima che valida il referendum abrogativo. Le cause dell’indifferenza ai quesiti sono molteplici.
Affluenza ai referendum tra il 27 e il 31%
La prima riguarda l’informazione, completamente assorbita dalla guerra ucraina e dalle sue conseguenze. La seconda investe invece la natura stessa della consultazione. Non bisogna infatti dimenticare che degli ultimi otto referendum celebrati tra il 1997 e il 2016 solo uno ha superato il quorum. Infine, v’è la natura troppo tecnica dei quesiti. Se la Consulta avesse ammesso anche quello sulla responsabilità civile dei magistrati per dolo o colpa grave, probabilmente la musica sarebbe stata diversa. Ma, in mancanza, è difficile che gli elettori si mobilitino per allargare agli avvocati la valutazione del lavoro delle toghe nei consigli giudiziari o per abrogare l’obbligo a carico del magistrato di raccogliere dalle 25 alle 50 firme per candidarsi al Csm.
Il sondaggio del Corriere della Sera
L’unico che conserva un po’ di appeal presso l’elettorato (soprattutto di centrodestra) è quello sulla separazione delle carriere per sopprimere il sistema delle cosiddette porte girevoli. Lo voterebbe il 71 per cento del corpo elettorato. Gli altri due – abrogazione della legge Severino sull’incandidabilità/decadenza di amministratori e parlamentari condannati per reati gravi, ed esclusione della reiterazione del reato tra i motivi a base della custodia cautelare – risultano persino respingenti. Secondo il sondaggio, infatti, tra gli elettori prevarrebbe il “no”, rispettivamente con il 56 e il 54 per cento. Insomma, a chi vorrebbe una giustizia più giusta e meno “sistema Palamara” non resta che correre ai seggi. E incrociare le dita.