Grano, depredate dai russi 400.000 tonnellate: l’impennata dei prezzi travolge aziende e stalle italiane
I russi hanno depredato 400.000 tonnellate di grano: l’effetto domino dell’impennata dei prezzi dei cereali colpisce anche noi. L’sos arriva dalla Coldiretti: tornano a salire i prezzi mondiali di grano, mais e soia. Un’impennata dei conti spinta dalla guerra in Ucraina, che con le razzie di cereali sui territori occupati riducono le scorte e aggravano l’allarme fame. Con un effetto domino sui Paesi in crisi alimentare, oltre quelli già sull’orlo della carestia, come denunciato dal Rapporto Fao-Onu-Ue. L’inquietante risultato del report emerge dall’analisi della Coldiretti sull’andamento delle quotazioni al Chicago Board of Trade: punto di riferimento mondiale del commercio delle produzioni agricole, in merito all’annuncio del viceministro dell’agricoltura ucraino Taras Vysotsky del furto da parte dei russi di 400.000 tonnellate di grano. Si tratta di circa un terzo di tutte le scorte di cereale degli oblast di Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Lugansk.
Grano, le razzie dei russi da Zaporizhzhia a Lugansk fanno impennare i prezzi
A poco più di due mesi dall’inizio, la guerra è già costata secondo la Coldiretti quasi 100 miliardi di dollari a livello globale solo per l’aumento dei prezzi di grano e mais che nei paesi più sviluppati sta alimentando l’inflazione. Ma a rischio c’è la sicurezza alimentare di quelli più poveri con i prezzi del grano che si collocano sugli stessi livelli raggiunti negli anni delle drammatiche rivolte del pane che hanno coinvolto molti Paesi a partire dal nord Africa come Tunisia. Algeria. Ed Egitto. Un trend che rischia di aggravare una situazione che nel 2021 ha visto le persone colpite da grave insicurezza alimentare nel mondo raggiungere la cifra di quasi 200 milioni. Con numeri – secondo il rapporto annuale Fao-Programma alimentare Onu-Ue – destinati a salire…
Le ricadute sull’economia mondiale, dal Paesi colpiti dalla carestia a quelli benestanti
Non solo. Secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati del Centro Studi Divulga, di cui dà conto l’Adnkronos, con la guerra rischia, infatti, di venire a mancare dal mercato oltre ¼ del grano mondiale con l’Ucraina che insieme alla Russia controlla circa il 28% sugli scambi internazionali con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate. Ma anche il 16% sugli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) per l’alimentazione degli animali negli allevamenti e ben il 65% sugli scambi di olio di girasole (10 milioni di tonnellate).Una situazione aggravata dal blocco delle spedizioni dai porti del Mar Nero a causa dell’invasione russa che ha alimentato l’interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione che – spiega la Coldiretti – si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro.
Grano, una crisi di settore che ci riguarda da vicino
E fino ai prodotti agricoli. Dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta. E sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato, che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori. Una emergenza mondiale, insomma, che riguarda direttamente anche l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti. E il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame. Dati che si desumono sempre dall’analisi della Coldiretti, dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 13%. Ma che garantisce anche il 3% dell’import nazionale di grano secondo lo studio Divulga.