Clamorosa rottura tra Pd e M5S in Consiglio dei ministri: i grillini non votano il decreto Energia
Il Consiglio dei ministri ha approvato il dl aiuti ed energia ma al suo interno si è registrato un clamoroso strappo. Al voto non ha preso parte il M5S e il decreto – che stanzia fondi a sostegno delle famiglie per il caro bollette, oltre a una serie di misure collaterali alla guerra – è passato solo grazie al voto degli altri partiti. A quanto apprende l’Adnkronos, si sarebbe consumato un duro scontro nel corso del Cdm tra il Pd e il M5S sulla decisione dei grillini di non votare il decreto in polemica sulla norma che apre alla possibilità di realizzare un inceneritore a Roma. Il capodelegazione dei 5 Stelle al governo, Stefano Patuanelli, avrebbe chiesto lo stralcio della norma, non ottenendolo. Da qui la decisione dei 5 Stelle di non votare il Dl, su indicazione – riferiscono fonti di governo – del leader M5S Giuseppe Conte. E’ stata la scintilla per lo scontro coi dem, che avrebbero chiesto agli ‘alleati’ del fronte progressista di non votare la singola norma, contenuta nell’articolo 13, anziché non votare l’intero provvedimento.
Lo scontro tra grillini e piddini
Il M5S non ha partecipato al voto sul decreto, dunque, e ne spiega i motivi in una nota. “Abbiamo chiesto una cosa che credevamo scontata. Eravamo favorevoli alla norma sui poteri straordinari al sindaco di Roma e, in particolare, anche a quella che gli attribuisce la facoltà di autorizzare nuovi impianti per lo smaltimento rifiuti in deroga a tutte le norme ma avevamo chiesto che questi nuovi impianti, in linea con la normativa europea, fossero di nuova tecnologia, eco-sostenibili e non inceneritori come preannunciato più volte dall’amministrazione capitolina. Niente di tutto questo”. Secondo il Movimento 5 Stelle, “si è preferito mantenere una norma che non c’entra nulla con la sicurezza energetica e il sostegno alle famiglie e alle imprese”.
“Una norma che contraddice la transizione ecologica e riporta indietro le lancette dell’orologio. Noi siamo entrati al governo per accelerare la transizione non per tornare indietro. Riteniamo assolutamente irragionevole la posizione oggi passata in Consiglio dei ministri su questo punto. Dispiace per le norme sugli extraprofitti e sulle misure a sostegno di famiglie e imprese che per primi avevamo chiesto a gran voce. Ovviamente continueremo le nostre battaglie per sostenere le imprese e le famiglie, per estendere la norma sugli extraprofitti anche alle imprese farmaceutiche e assicurative che durante la pandemia hanno accumulato profitti straordinari, ma continueremo a contrastare tutte le soluzioni che non sono in linea con i nostri principi e valori”, concludono i pentastellati.
Piccata la prima reazione del Pd: “La pazienza di Draghi, quella di Gualtieri, e del Pd. Giobbe ce spiccia casa”. Così Filippo Sensi su twitter dopo che i 5 Stelle non hanno votato il dl aiuti in Cdm per contrarietà al termovalorizzatore a Roma.
Decreto Energia, prorogati i termini degli aiuti
Il taglio delle accise sui carburanti – benzina e diesel – è stato prorogato all’8 luglio 2022. Questa una delle decisioni più importanti prese dal Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. “In considerazione del perdurare degli effetti economici derivanti dall’eccezionale incremento dei prezzi dei prodotti energetici – si legge nella nota diramata da Palazzo Chigi – a decorrere dal 3 maggio 2022 e fino all’8 luglio 2022, le aliquote di accisa di cui all’allegato I del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative approvato con il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 e successive modificazioni, dei sotto indicati prodotti sono rideterminate nelle seguenti misure: benzina: 478,40 euro per mille litri; oli da gas o gasolio usato come carburante: 367,40 euro per mille litri; gas di petrolio liquefatti (GPL) usati come carburanti: 182,61 euro per mille chilogrammi; gas naturale usato per autotrazione: zero euro per metro cubo. Inoltre, per lo stesso periodo, l’aliquota IVA applicata al gas naturale usato per autotrazione è stabilita nella misura del 5 per cento”.
L’ottimismo del premier Draghi
L’economia attualmente attraversa una fase di rallentamento… si tratta per il momento di un rallentamento, non di una recessione”, ha affermato stasera il premier Mario Draghi in conferenza stampa, a Palazzo Chigi. Questo decreto “testimonia l’impegno del governo nel sostenere le famiglie, in particolare le più povere, e le imprese”. “Nel clima di grande incertezza” in cui ci troviamo occorre “dare un senso di direzione e vicinanza a tutti gli italiani e le decisioni di oggi rappresentano bene quello che è la determinazione del governo che è il senso stesso del governo”. Il premier ha spiegato poi che “il provvedimento di oggi vale 14 miliardi, che si aggiungono agli oltre 15 miliardi precedenti: in totale quasi 30 miliardi, senza ricorrere a scostamenti di bilancio”. “L’incertezza – ha sottolineato il presidente del Consiglio – resta molto forte”.