Il Corriere fa arrabbiare Berlusconi: «Contro me e FI solo maldicenze. Servirebbe più buon gusto»
Con una lunga lettera a sua firma al Corriere della Sera, Silvio Berlusconi risponde al ritratto apparso ieri sul giornale di una Forza Italia allo sbando e ormai al limite della sopportazione nei confronti del «tandem magico» composto da Licia Ronzulli e Marta Fascina, che avrebbe imbrigliato il Cav al punto di isolarlo, filtrandogli le telefonate e «mettendo nel mirino perfino Gianni Letta e Antonio Tajani». Nel contesto di questo retroscena, una fonte anonima descrive lo stesso Berlusconi come «stanco e annoiato: subisce l’ingiuria degli anni, è influenzabile e influenzato, prende decisioni che tende a credere siano farina del suo sacco, ma che gli vengono invece subdolamente suggerite». Mentre il giornalista che firma l’articolo, Roberto Gressi, paragona il clima in Forza Italia, «fatte le dovute proporzioni», a quello che si respirava nel «basso impero».
Berlusconi: «Nell’articolo solo pettegolezzi e maldicenze»
Una «narrazione» che il Cavaliere ha rigettato in toto, lamentando che la ricostruzione sia il frutto di «una serie di pettegolezzi e maldicenze, neppure originali». Per questo, dice, l’unica verità dell’articolo sta nel fatto che lui è «stanco e annoiato», così come lo sono lettori ed elettori, perché «c’è davvero motivo di essere stanchi e annoiati della qualità della narrazione politica in Italia». Il Cav, quindi, nella sua lettera ha rivendicato la validità del «progetto liberale, cristiano, europeista, garantista, che rende Forza Italia qualcosa di unico nella storia e nell’attualità della politica italiana, la chiave di volta di un centrodestra di governo, l’espressione in Italia della maggiore famiglia politica europea, il Partito popolare europeo». Un progetto sul quale bisognerebbe raccogliere le testimonianze di «migliaia di militanti ed eletti» e non «le maldicenze di pochi scontenti».
«Forza Italia sarà sempre dalla parte dell’Occidente»
Facendo quindi riferimento alla manifestazione di Napoli, Berlusconi ha anche respinto la tesi di un suo schiacciamento sulla Lega e di un suo posizionamento pro Putin, ai quali, secondo il Corriere, sarebbe stato «esposto» dal «tandem magico». «Forza Italia è, e rimarrà sempre, dalla parte dell’Europa, dalla parte dell’Alleanza Atlantica, dalla parte dell’Occidente, dalla parte degli Stati Uniti», ha rivendicato Berlusconi, ribandendo anche il sostegno al governo Draghi.
Berlusconi rivendica col Corriere la propria leadership nel partito
«Naturalmente – ha poi precisato il leader azzurro – in un grande partito liberale possono esistere divergenze di opinione su singoli aspetti: questo è del tutto normale, anzi salutare. In passato è accaduto persino e fin troppe volte di sentir formulare l’accusa opposta, e altrettanto caricaturale: Forza Italia come partito-azienda o addirittura partito-caserma. Non è così, da noi, al contrario di quello che spesso viene raccontato, si discute a lungo e poi si arriva a una sintesi, della quale io come fondatore e leader di Forza Italia – ha rivendicato – sono espressione e garante, per volontà di decine di migliaia di aderenti e di milioni di elettori che nel corso dei decenni mi hanno rinnovato la loro fiducia».
Il no comment alle critiche «che lambiscono la vita privata»
«Per questo, anche se è mortificante doverlo ripetere, voglio chiarire ancora una volta che i miei collaboratori e i dirigenti di Forza Italia attuano soltanto le mie indicazioni e nei loro comportamenti ho ovviamente piena fiducia», ha proseguito il Cav, che non è voluto entrare nel merito invece di altre critiche mosse ancora dalle fonti anonime citate dal Corriere, che si domandano se «è accettabile che debba finire in barzelletta con “Chi non salta nerazzurro è” e con i baci in pubblico allo stadio? O con le uscite alla fiera di Treviglio? E lo pseudo matrimonio?».
La replica del cronista: «Il malessere c’è, ne tenga conto»
«Su tutto il resto, e in particolare sugli aspetti che lambiscono la mia vita privata, il buon gusto, che purtroppo manca agli autori dei virgolettati anonimi, mi impone semplicemente di tacere», si è limitato a scrivere Berlusconi, ricordando infine che «dalla morte di Diocleziano alla deposizione di Romolo Augustolo, l’Impero è durato ancora 163 anni. Lo considero – ha concluso – un buon auspicio di lunga vita per FI e me». Pubblicando la lettera, il Corriere ha anche dato spazio alla controreplica di Gressi, che citava tra l’altro l’intervista nella quale Maria Stella Gelmini diceva che «non riconosco più lo spirito di Silvio». «Gentile presidente, il pettegolezzo non appartiene né a me né al Corriere. Quanto scritto – ha precisato il giornalista – è frutto di un lavoro serio e faticoso: il risultato è il racconto di un malessere diffuso, ne tenga conto, che agita il movimento che lei ha costruito».