Il diplomatico russo si dimette e si dissocia: mi vergogno del mio Paese e di Putin. Il Cremlino: no comment
“Non mi sono mai vergognato tanto del mio Paese come il 24 febbraio di quest’anno”. Con queste parole, il diplomatico russo assegnato all’Onu di Ginevra, Boris Bondarev, annuncia in una lettera aperta le sue dimissioni. L’invasione – afferma – è un “crimine”, “una sanguinosa, insensata, e assolutamente non necessaria ignominia”, ha aggiunto.
Bondarev, uno specialista di controllo degli armamenti e disarmo, ha accusato il presidente Putin: “Coloro che hanno concepito questa guerra vogliono solo una cosa: rimanere al potere per sempre, vivere in palazzi privi di gusto e pomposi, andar per mare a bordo di yacht comparabili, per tonnellaggio e costi all’intera marina russa. Per arrivarci, sono disposti a sacrificare tutte le vite possibili. Migliaia di ucraini e russi sono già morti”.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov liquida così la notizia delle dimissioni del diplomatico russo Boris Bondarev: “Non è più con noi, è contro di noi”. E si rifiuta di commentare la sua lettera. “Il Cremlino non ha familiarità con questa lettera. Era un dipendente del ministero degli Esteri, bisogna chiedere a loro – ha detto Peskov rispondendo ad una domanda della Cnn – possiamo solo dire che Bondarev non è più con noi, anzi è contro di noi”.
“Ha una posizione per la quale condanna le azioni della leadership russa. E le azioni della leadership russa sono sostenute dall’intera popolazione del paese. Ciò significa che questo signore parla contro l’opinione generale e consolidata del nostro paese”, ha aggiunto Peskov quando gli è stato chiesto di chiarire il concetto di “contro di noi”.