Il M5S sparisce da Parma, città-simbolo: nessuna lista alle Amministrative e zero candidati in 18 capoluoghi

10 Mag 2022 13:16 - di Federica Argento
M5s a pezzi

La débacle del M5S ha il suo epicedio a Parma. Nella città dove era iniziato tutto, con il primo sindaco grillino Federico Pizzarotti, si consuma la fine del Movimento, la fine di una parabola:  “Non ci sono le condizioni per presentare una nostra lista”. A  recitare il “de profundis”  il senatotore M5s Gabriele Lanzi. La sua giustificazione politica è patetica: “Vista l’importanza della fase finale di transizione e del percorso di riorganizzazione guidato da Giuseppe Conte, il M5S non si presenterà alle amministrative in tutti i Comuni d’Italia”. Più divertente è  constatare il frantumarsi dell’asse giallorosso sotto il peso di critiche feroci al Pd. Il senatore M5S dà la colpa al partito di Letta se il M5S è a pezzi uun po’ ovuunque.

Il M5S si arrende a Parma: “Non ci sono le condizioni per presetnare una lista”

“A Parma abbiamo portato avanti per mesi il progetto di un campo progressista unito. Il quadro che si è invece definito rasenta l’inverosimile: il Partito democratico non presenta un proprio candidato sindaco ma ne sceglie uno nel campo dei propri avversari; lo chiamano campo largo:  una definizione non sufficiente però a chiarire quali siano state le reali motivazioni per una scelta così paradossale”. Destino cinico e baro…”Anche con le forze ambientaliste e civiche del territorio il dialogo è stato intenso”, si lamenta Lanzi. Ma gli è andata male anche quest’altra interlocuzione. “Abbiamo dovuto prendere atto però della impercorribilità di una strada comune”. “Non potremmo esimerci da un’autocritica. Ma allo stesso tempo siamo consapevoli che il M5S  oggi resta la forza politica che si distingue nettamente da tutte le altre”. Un discorso lunare che si conclude con una metafora marina. Siamo una “nave”, conclude il senatore pentastellato, “che oggi naviga in acque agitate, ma che tiene la barra dritta, consapevole di avere con sé il migliore timoniere possibile”.

Fallimento Conte: il M5S senza lista e zero candidati sindaci in 18 comuni

Ecco questo nocchiero d’eccezione  è Giuseppe Conte, sotto la cui guida il M5S si presenta alle amministrativa a pezzi: senza candidati sindaci in 18 comuni e addirittura, come a Parma, senza un lista propria. Dovevano rivoltare il mondo, invece abdicare a Parma, città- simbolo del Movimento che fu, non è che la punta di un iceberg di un partito alla deriva. Traccia il bilancio Repubblica. A Monza, dove pure il Movimento nel 2017 prese il 7,5 per cento, a questo giro non ci si presenta nemmeno. Forse per evitare la figuraccia, in ricordo dell’esperienza funesta della vicina Milano. Dove un anno fa il  M5S rimase sotto il 3 per cento e zero consiglieri. In Sicilia è un pianto: laddove alle Politiche del 2018 rasentarono il 50 per cento, ora  su 120 comuni alle urne il prossimo 12 giugno, “la lista col simbolo intero del M5S ci sarà in tre (3) comuni: Palermo, Messina, Scordia, in provincia di Catania”.

Il M5S anche in liste alternative al Pd

“Oltretutto mai da soli, sempre in alleanza con il centrosinistra”, fa il conto Repubblica. Ma in questi 18 comuni i candidati nessun candidato sindaco è diretta espressione del Movimento.  “A Belluno e Verona il M5S si limita a sostenere i candidati della coalizione, mettendo qualche proprio attivista in liste civiche. A Cuneo e Lucca le lancette dell’orologio si sono fermate a cinque anni fa e il Movimento va da solo; a Como ci si orienta su un’alleanza civica alternativa al Pd; a Piacenza invece si testerà un esperimento di sinistra radicale e ambientalista: con i 5 Stelle assieme a Sinistra Italiana e Verdi, in competizione con i dem”. Tra l’altro il viatico è deprimente per i grillini. Gli esperimenti di governo territoriale sono falliti quasi tutti: Roma, Torino, Livorno, Ragusa, nessun rieletto. Una débacle del M5S che rendere ridicolo anche solo parlare di asse giallorosso.

Commenti

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  • Claudio Brandani 11 Maggio 2022

    Io continuo a chiedermi cosa ci ha trovato più del 30% dei votanti nel movimento del cosiddetto “vaffa”. Sarei sorpreso se alle prossime elezioni il M5S superasse il 7%.

  • Adelio Bevagna 10 Maggio 2022

    il motivo? il popolo li ha conosciuti, per questo li fa sparire.