Il padre di un marinaio disperso della Moskva denuncia: la Procura militare russa mi ha mentito
Dmitry Shkrebets padre di un marinaio russo “disperso” sull’incrociatore Moskva affondato in seguito a un attacco ucraino il mese scorso, ha denunciato che la procura militare russa lo ha informato, in una lettera, che la nave su cui era in missione il figlio, una recluta, non era mai entrata in acque territoriali ucraine e che non partecipava all'”operazione militare speciale” russa.
Nel corso di quello che viene definito “incidente di emergenza”, il figlio è quindi risultato “disperso”. “Che genere di feccia dovete essere per inviare una lettera come questa?”, ha scritto Shkrebets, che vive a Yalta, su VKontakte, dove ha pubblicato anche la foto della lettera ricevuta. Il suo post è stato rilanciato dal sito di notizie indipendente Meduza.
Già tre giorni dopo l’attacco missilistico, Shkrebets aveva pubblicato un post in cui accusava i militari di mentire, dopo che per la prima volta gli era stato comunicato che il figlio non era morto o ferito, ma era considerato come disperso. “Una recluta, che non deve partecipare alle ostilità, risulta dispersa”. Secondo informazioni raccolti da media indipendenti, il figlio si chiama Egor e a bordo della Moskva era nocchiere di porto.
La perdita circa un mese fa dell’incrociatore Moskva, orgoglio della Flotta russa nel Mar Nero, ha rappresentato un duro colpo per Putin. Mosca ha fornito una versione dei fatti secondo cui la nave sarebbe affondata per un’avaria a bordo dovuta a un incendio. Ora si apprende, secondo quanto pubblicato dal New York Times, che gli Ucraini sarebbero riusciti a centrare con un missile la nave grazie all’aiuto dell’intelligence degli Stati Uniti. Anche se il Pentagono ha affermato che non era a conoscenza dei piani dell’Ucraini relativi alla Moskva.