Il Papa incontra le mogli dei combattenti del Battaglione Azov: «È la nostra ultima speranza»
Gli avevano scritto nei giorni scorsi e, a sorpresa, ieri è arrivato l’invito: il Papa oggi ha incontrato in piazza San Pietro, al termine dell’udienza generale, le mogli di due ufficiali del Battaglione Azov, che chiedono alla comunità internazionale di favorire le condizioni per tirare fuori i combattenti ucraini dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove si trovano ormai allo stremo delle forze e delle risorse.
Le mogli di Azov: «Il Papa è la nostra ultima speranza»
Le due donne sono la moglie di Arseniy Fedosiuk, Yulia, e la moglie del comandante della resistenza di Mariupol Denis Prokopenko, Kateryna. Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, nei giorni scorsi le due donne avevano lasciato Roma, dirette verso casa. Poi quella chiamata dal Vaticano e il rientro in città, portando con sé alcune foto da regalare al Papa, due lettere, delle quali una firmata da loro e una dal primate della Chiesa ortodossa ucraina, Onufrij, e, soprattutto, la speranza che l’incontro di oggi possa servire a salvare i propri uomini e i loro commilitoni. Il Papa, hanno detto, «è la nostra ultima speranza. Chiediamo a lui e a Onufrij di diventare una parte terza in questa guerra e di aiutarci ad avviare una procedura per portarli fuori».
La situazione nell’acciaieria Azovstal di Mariupol
La situazione nell’acciaieria di Mariupol è ormai al collasso. Ieri il vicepremier ucraino, Iryna Vereshchuk, ha riferito che «sono più di mille i militari ancora asserragliati nelle acciaierie Azovstal di Mariupol, tra cui centinaia di feriti», mentre «tutte le donne, i bambini e gli anziani sono stati evacuati». In serata, poi, il Battaglione Azov, attraverso il proprio canale Telegram, ha diffuso le foto dei soldati feriti, alcuni dei quali con arti amputati, altri con suture realizzate com’è stato possibile, in una condizione di estrema difficoltà anche dal punto di vista igienico. «Tutto il mondo civile – hanno scritto i combattenti – deve vedere le condizioni in cui si trovano e agiscono i difensori feriti di Mariupol!».
«Sta finendo anche l’acqua dei macchinari»
«Mio marito mi ha scritto un giorno fa che sta finendo anche l’acqua dei macchinari, e mi ha chiesto di cercare un articolo su come sopravvivere più a lungo possibile senz’acqua. Ho paura di perderlo certo, ma sono anche arrabbiata perché non posso fare niente. Quello che sta succedendo all’Azovstal sembra un reality show e nessuno ci aiuta, per questo speriamo nel Papa», ha detto Yulia Fedosiuk, al Corriere, mentre Kateryna Prokopenko ha raccontato che «l’ultimo messaggio che ho ricevuto era con soltanto queste tre parole: I love you. Gli ho risposto anch’io, stiamo cercando di salvarvi tutti. Ma proviamo una grande tristezza, non sappiamo che succederà domani, o tra tre ore».
Il Papa parla di «Giuditta, che fermò il dittatore»
Il Papa durante l’udienza ha parlato ai fedeli della figura di Giuditta, che «col suo modo furbo di agire è capace di sgozzare il dittatore che veniva contro il Paese». «Era coraggiosa questa donna, aveva fede», ha commentato il Pontefice, ricordando anche, in una riflessione sul ruolo degli anziani, che «Giuditta liberò la sua ancella e colmò tutti di attenzioni. Da giovane si era conquistata la stima della comunità con il suo coraggio. Da anziana, la meritò per la tenerezza con cui ne arricchì la libertà e gli affetti».
Kateryna es la mujer del comandante Denis Prokopenko y Yuliya del soldado Arseniy Fedosivk.
Sus maridos pertenecen al regimiento #Azov y combaten en #Azovstal
Han pedido ayuda al #Papa para salvar la vida de todos los soldados.#Mariupol #Ukraine #Vatican @COPE @TRECE_es pic.twitter.com/HibhTM6zcy— Eva Fernández (@evaenlaradio) May 11, 2022
Perché non si arrendono? Solitamente se sei sopraffatto ti arrendi, non aspetti che altri ti “salvino” ti arrendi e basta così come succede in tutti i conflitti.