“La Boldrini incontrava un nazista ucraino e nessuno si indignava”. L’accusa del giornalista russo (video)

11 Mag 2022 18:20 - di Redazione

Arriva pesantissima l’accusa a Laura Boldrini dello scrittore russo Nicolai Lilin – autore del best seller “Educazione siberiana” – non tenero con Putin ma pronto a ragionare sulle motivazioni storiche dell’invasione in Ucraina. Nel corso dell‘Aria che tira, sulla Sette, Lilin ha sostenuto che il presidente russo “non si è svegliato la mattina, è impazzito e ha invaso l’Ucraina, questa è una spiegazione troppo semplicistica, soprattutto dopo che la Russia aveva preso la Crimea e noi lo avevamo lasciato fare”.

“Sono solidale coi poveri ucraini che subiscono l’aggressione militare dei russi però sono contrario a spiegazioni riduttive che sono un insulto all’intelligenza umana. Che Putin si sia svegliato una mattina e abbia deciso di invadere l’Ucraina è un’idiozia totale. Tante volte ha lanciato messaggi sul Donbass che non abbiamo ascoltato, come quando i nazisti hanno preso il potere in Ucraina”.

Poi l’affondo. “Mi ricordo di Laura Boldrini, che che invitava e accoglieva in Italia uno dei più grandi capi delle organizzazioni neonaziste ucraine”. A cosa allude lo scrittore russo? Solo veleno sprizzato da uno schermo tv in nome della “disinformatia“? A qualcosa che aveva denunciato già nel 2017, un incontro “istituzionale” che a suo avviso la presidente della Camera si sarebbe potuta risparmiare…

La Boldrini e quel “saluto” al presidente Parubiv sospettato di nazismo

Lo scrittore russo Lilin fa riferimento alla visita ad Andriy Parubij, presidente del Parlamento ucraino, che la Boldrini, da presidente della Camera, nel giugno del 2017 accoglieva a Montecitorio con tutti gli onori e con tanto di foto sul proprio profilo Twitter. La Boldrini firmò un Memorandum d’intesa tra i due Parlamenti e in un comunicato ufficiale dichiarò di essere in perfetta sintonia con Parubiy.

Ma sulla matrice “sospetta” di estrema destra dell’azione politica di Andriy Parubij c’erano già allora molti dubbi. Nel 1991 fondò insieme a Oleg Tyahnybok, attuale leader della formazione nazionalista Svoboda, il Partito Nazional Sociale Ucraino. Secondo alcune fonti, di forte richiamo ai valori, si fa per dire, del nazismo. Nel 2004 abbandona il partito e si avvicina a movimenti di destra moderata come il Blocco Ucraina Nostra. Ma quelle accuse di filo-nazismo, che la Boldrini non considerò affatto, lo seguono ancora oggi, tra verità e propaganda russa. Oggetto di numerose “fake news”, il presidente del parlamento ucraino fu accusato di aver definito Hitler “il più grande politico a praticare la democrazia diretta”, ma la dichiarazione – come svelato da alcuni siti di fact checking – non fu mai pronunciata in quel modo.

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