L’Antitrust denuncia la beffa della spesa. Pasta, caffè e altro: grammi tagliati ma il prezzo è sempre lo stesso
La truffa è dietro l’angolo. Anzi, sullo scaffale del supermercato dove andiamo a fare la spesa. In bella vista, anche se occultata nelle solite confezioni: della stessa grandezza, colore e forma. Ossia: prodotti a peso ridotto, nello stesso tipo di pacco e allo stesso prezzo del solito. Una beffa, a quanto denunciato dall’Antitrust, divenuta materia di un’inchiesta appena aperta. Insomma, per intenderci: nel carrello ci si potrebbe ritrovare pacchi di pasta da 400 grammi e mozzarelle (ridimensionate da 125 a 100 grammi) nello stesso package di sempre. Una tecnica di marketing, questa, denominata “Shrinkflation“, attraverso cui le aziende riducono la quantità di prodotto nelle confezioni, mantenendo i prezzi sostanzialmente invariati.
La beffa della spesa: scatta la denuncia dell’Antitrust
Una tecnica che, in pratica, stante le stesse dimensioni del contenitore del prodotto, riduce il quantitativo della merce rispetto a quello consolidato nel tempo. Lo certifica sulla confezione, magari in caratteri minuscoli e mimetizzandolo in decine di altre scritte. Costringendo il consumatore, come ha opportunamente rilevato il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, «a organizzare una caccia al tesoro per trovarlo». Un fenomeno ingannevole, quello della “sgrammatura”, rispetto al quale Dona nella sua disamina si augura che «l’Antitrust condanni queste aziende e non si limiti alla moral suasion».
La spesa nel dettaglio: riflettori su pasta, caffè, the, mozzarelle e molti altri prodotti
Insomma, il trucco c’è, e come al solito non si vede. Già perché all’interno di quegli stessi prodotti che siamo soliti acquistare, si nasconde quella che in molti giornali oggi definiscono una «truffa». Ben impacchettata (laddove impacchettare è la parola chiave), ma pur sempre una truffa. Finita non per niente nel mirino dell’Associazione per la tutela del consumatore con una denuncia ha annunciato di volerci vedere chiaro. Nel mirino, come anticipato, la pasta non nei formati consolidati da 500 grammi e da un chilo. Le colombe pasquali da 750 grammi, appena dismesse dai supermercati. Le mozzarelle da 100 grammi invece che da 125. Il caffè da 225 al posto di quello da 250 grammi. Il tè in formato 20 bustine in luogo delle solite 25 e innumerevoli altri prodotti.
Un aumento dei prezzi mascherato…
Così, come anticipato e come riporta tra gli altri Libero quotidiano nell’edizione odierna, «l’Antitrust ha annunciato di voler accendere un faro sulla cosiddetta “Shrinkflation” in audizione alla commissione d’inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, presieduta da Simone Baldelli. “Bene, lo ha deciso grazie al nostro esposto dell’8 aprile, in cui, per primi, abbiamo segnalato tutti i prodotti che grazie alla tecnica di marketing della shrinkflation, che ridimensiona il peso consolidato di prodotti di largo consumo, mascheravano l’aumento del prezzo», ha commentato ancora Massimiliano Dona». Una denuncia che, ci si augura, possa finalmente arrivare a disciplinare più risolutamente il mondo delle metodologie commerciali, evitando così che il consumatore, più o meno smaliziato non fa differenza, inciampi ancora a lungo in pratiche scorrette quanto insidiose.
euro; la rovina del popolo italiano.