L’Ascoli di Massimo Pulcinelli, 450 minuti per trasformare il sogno in realtà

10 Mag 2022 12:55 - di  valerio Scambelluri

Riceviamo da Valerio Scambelluri e volentieri pubblichiamo

Soltanto 450 minuti potrebbero dividere la gloriosa squadra marchigiana dell’Ascoli Calcio dal ritorno in serie A. Venerdì 13 si disputerà il primo dei play off di serie B con il Benevento per decretare chi, tra le squadre qualificate, accederà l’anno prossimo nella massima serie insieme alle già promosse Lecce e Cremonese. Dopo tanti anni passati tra le categorie dilettantistiche e un fallimento, finalmente la società marchigiana, che le statistiche collocano al 30° posto nella classifica perpetua di serie A, potrebbe tornare a far sognare i propri tifosi da 17 anni ormai alle prese con categorie decisamente diverse da quelle alle quali erano abituati.

La storia del club, tanti momenti indimenticabili

Il quarto club calcistico più antico d’Italia, denominato in principio Candido Augusto Vecchi, in memoria del colonnello garibaldino cittadino adottivo dalla città di Ascoli Piceno in seguito al matrimonio con una donna della nobile famiglia dei Luciani, avvenne infatti il 1º novembre 1898, ma venne annunciata solo il 2 giugno 1901. In oltre 120 anni di storia tanti sono stati i momenti che non verranno mai dimenticati dai suoi tifosi, dalla tragica morte del portiere Roberto Strulli, colpito involontariamente al viso da una ginocchiata dell’attaccante Alfiero Caposciutti, che morì dopo 14 ore di coma, alle vittorie in campo europeo e mondiale fino alla conquista della Mitropa Cup nell’anno 1986/87.

Gli anni di Costantino Rozzi

C’era il vulcanico Costantino Rozzi che, grazie anche ai suoi 26 anni di presidenza, più di tutti ha portato la società picena a calcare stadi ben più blasonati del solito, grazie anche alla presenza di campioni come Olivier Bierhoff ed allenatori come Carletto Mazzone e Vujadin Boskov. L’improvvisa morte del patron Rozzi e i risultati già carenti in quell’anno, portarono la squadra a retrocedere in serie C dopo 23 anni passati tra la massima serie e quella cadetta.

Dalla delusione al fallimento

Fu la fine di un’era, gli anni successivi tanti presidenti cercarono di risanare la società per riportarla nel calcio che conta ingaggiando giocatori come Gianluca Pagliuca e Eddy Baggio, fratello di Roberto e allenatori come Nedo Sonetti o Marco Giampaolo ma i risultati non arrivarono. E dopo anni passati tra promozioni e retrocessioni nelle varie categorie, si arrivò al fallimento nel 2013. Negli anni successivi il curatore fallimentare affidò a Francesco Bellini la società che però nei 5 anni successivi non riuscì nell’intento di far tornare l’Ascoli in serie A finché nel 2018 dopo averne dichiarato la messa in vendita, accettò, non senza colpi di scena, l’offerta dell’imprenditore romano Massimo Pulcinelli che dal 2021 ha a sua volta ceduto il 31% alla North Sixth Group dell’imprenditore Matt Rizzetta, con sede a New York, già presente nel calcio italiano con una partecipazione nel Campobasso calcio, pur rimanendone il maggior azionista.

La rivoluzione di Massimo Pulcinelli

Forte di questo accordo il patron iniziò una rivoluzione manageriale prima che tecnica, inserendo ai posti giusti persone competenti e desiderose di confrontarsi con la nuova realtà. Tra queste uno dei fidatissimi è stato Andrea Di Maso, imprenditore romano di successo, amico di personale di Pulcinelli da tanti anni. «Non avevo mai avuto esperienze dirigenziali nel mondo del calcio per dedicarmi esclusivamente alle mie aziende ma da sempre è stata una delle mie più grandi passioni e la possibilità che mi ha dato Massimo devo confessarti che mi ha stravolto quel periodo che era stato per motivi lavorativi già piuttosto impegnativo. . Da buon imprenditore il coraggio non mi è mai mancato e non mi sentivo di fare, davanti all’amico Massimo ed alla mia famiglia, la figura di chi non avrebbe accettato una sfida apparentemente troppo grande».

 I primi mesi di “combattimento”

«Arrivato ad Ascoli ho trovato una situazione abbastanza difficile, come sempre quando vi sono grandi cambiamenti. Nel mio primo anno siamo riusciti a fare un dignitoso campionato di serie B salvandoci all’ultima giornata così come lo scorso campionato. L’intuito, l’umiltà e la vision del patron Pulcinelli ha però imposto la riconferma dell’allenatore Andrea Sottil come l’uomo giusto per incarnare i valori di una società combattiva e testarda come da tradizione marchigiana. Il successivo inserimento nell’organico del nuovo direttore sportivo Marco Valentini è stata la ciliegina sulla torta per iniziare a costruire l’Ascoli del futuro e in un solo campionato ci ritroviamo a poter affrontare i play off con squadre sicuramente più blasonate di noi ma che in campionato abbiamo affrontato senza remore riuscendo anche ad uscire vincitori da alcuni scontri diretti con le stesse compagini con le quali ora ci giocheremo la promozione».

L’Ascoli, una società unita e forte

Il risultato sportivo del tutto meritato «è frutto del lavoro di una società unita, forte e determinata, da tutto il CdA alle funzioni operative in ogni area di riferimento. Nessuno escluso. Solo 5 partite ci dividono dal grande risultato, non sarà facile ma ce la metteremo tutta anche per tornare a far sognare i nostri tifosi che finalmente sono tornati a riempire lo stadio Del Duca. La speranza è quella di centrare l’obiettivo per riportare questo club ai massimi livelli , un premio dovuto alla città e ai nostri tifosi. La finale sarà il 29 maggio», continua Andrea Di Maso. «A prescindere dal risultato, già dal giorno dopo lavoreremo per la stagione prossima, sia che sarà in serie A o in serie B, questa proprietà intende continuare il percorso intrapreso quest’anno; a livello tecnico e dirigenziale abbiamo un ottimo assetto e sono certo che il nostro Patron ha già in mente le prossime mosse per poter essere sempre più competitivi e per affrontare prima possibile il campionato di serie A. Appuntamento per la prima partita venerdì sera al Cino e Lillo Del Duca per iniziare a scrivere un capitolo che solo due anni fa non potevamo nemmeno immaginare».

 

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *