Lino Banfi affonda il politicamente corretto: “Oggi non potrei imitare Louis Armstrong. Mi massacrerebbero”
Della serie, come ti smonto il politicamente corretto: nell’intervista a Lino Banfi anticipata dalla Verità e che sarà pubblicata integralmente da Panorama l’attore pugliese parla a tutto campo della sua parabola professionale dalle commedie sexy anni ’70-80, fino all’interpretazione del nonno più famoso d’Italia: i 18 anni di Nonno Libero. C’è un passaggio particolarmente interessante della chiacchierata in cui Banfi riflette su quella che definisce un’ “ossessione”.
Lino Banfi: “L’ossessione della correttezza politica è esagerata”
Oggi molte sue gag, molti suoi personaggi, molte sue battute sarebbero censurate rabbiosamente. D’Errico gli porge una domanda maliziosa: “Ho rivisto di recente Dio li fa e poi li accoppia, in cui lei interpretava un omosessuale. In una scena c’è una coppia gay straniera e lei chiede come mai parlino italiano. Uno dei due risponde: «Parlo italiano perché Ricchione». E lei: «Anch’ io Ricchione ma non parlo olandese!». E l’altro dice: «No, io ogni anno vado a Ricchione, Rimini. L’equivoco fa ridere, ma oggi probabilmente quella battuta farebbe arrabbiare molte persone”.
Lino Banfi: “ho iniziato imitando Nat King Cole e Louis Armstrong…”
Concorda in pieno Banfi, che va oltre la circostanza specifica di questo film. «Penso che questa ossessione per la correttezza politica sia un po’ esagerata. Certo, le cose sono cambiate tantissimo, se pensa che io ho iniziato a esibirmi facendo le imitazioni di Nat King Cole e Louis Armstrong. Mi mettevo una calza nera in testa e sembravo ancora più brutto di quel che sono. Se uno facesse una cosa simile oggi lo massacrerebbero». Certamente le cose oggi andrebbero così. Ricordiamo solo poco tempo fa lo sfogo di un altro attore comico, Christian De Sica, che lamentava come il pensiero unico avesse “castrato” la comicità, “che vive anche di cattiveria”. Anche lui faceva l’elenco delle battute che non si possono più fare. Lino Banfi, 85 anni suonati, non pensa minimamente a riposarsi. «Ogni due o tre anni mi viene un’idea, forse perché a furia di tirarmi schiaffi sulla testa il cervello è ancora giovane».
Di nuovo al cinema con un film sulla vecchiaia
Da domani, infatti lo rivedremo al cinema con la commedia Vecchie canaglie, diretta e interpretata da Chiara Sani. Un film attuale, incentrato sulla cosiddetta Terza età. «Racconta la storia», racconta Banfi a Panorama «di un gruppo di anziani che vivono in una casa di riposo, un po’ maltrattati dalla direzione e dal primario (Andrea Roncato). Quando vengono a sapere che la proprietaria (Chiara Sani) vuole vendere l’immobile per fare una speculazione edilizia e sbatterli fuori, decidono di ribellarsi. E il mio personaggio, Walter, un po’ più cattivo degli altri, decide di chiedere aiuto al figlio Renny (Greg) che campa di traffici loschi».
L’anticipazione di Panorama
E a proposito della cattiveria del suo personaggio, ha spiegato a Panorama: «È vero che in vecchiaia si diventa più cattivi, anche se secondo me è stato il Covid a renderci tutti guardinghi nei confronti degli altri. Il personaggio l’ho fatto un po’ mio: anch’ io a volte mi inchezzo, soprattutto quando do fiducia a una persona e poi questa viene tradita. Anche se non arrivo a dare in escandescenze. Il vantaggio di essere vecchi è che puoi fare qualsiasi battuta e ti viene perdonato tutto».