M5S, delirio di impotenza. Se Conte vuole sapere chi ha impallinato Licheri, citofoni a Di Maio
Un Consiglio nazionale tanto incandescente quanto sterile. Ma che fotografa fedelmente l’impotenza del M5S. Urla, strepiti, minacce ma nessuna seria conseguenza sul governo dopo l’elezione di Stefania Craxi al vertice della commissione Esteri del Senato. Stando almeno ai boatos interni, tutto quel che i 5Stelle sanno immaginare dopo un simile smacco è la richiesta di un “faccia a faccia” tra Giuseppe Conte e Mario Draghi. Che cosa c’entri il premier con una vicenda tutta parlamentare non è dato sapere. Ma i grillini puntano a coinvolgerlo agitando la tesi di un avvenuto cambio all’interno della maggioranza: fuori il M5S, dentro Fratelli d’Italia. Una tesi che imbarca da tutte le parti e che se davvero risultasse fondata dovrebbe spingere Conte e i suoi a prenderne atto e a ritirare i ministri pentastellati dal governo.
Dopo l’elezione della Craxi al vertice della commissione Esteri
Un esito a dir poco improbabile se solo si pensa che il Consiglio nazionale ha solo accarezzato l’idea di non votare la fiducia sul decreto legge “Ucraina bis“. Infatti, la delegazione ministeriale resta al suo posto. Così tocca ancora una volta a Conte provare a spacciare l’impotenza per senso di responsabilità. «I cittadini devono stare tranquilli – ha detto -. Noi non ambiamo a nessun incarico o poltrona, noi abbiamo un solo interesse: difendere l’interesse dei cittadini italiani». Il bla bla bla tipico di ogni rovescio. Ma tant’è: l’ex-premier è convinto che qualcuno abbia violato i patti e di aver di tanto avvisato, già ieri, Draghi e il governo. «Spetta al presidente del Consiglio la responsabilità di tenere in piedi questa maggioranza», ha avvertito. Il resto è tutta una recriminazione contro il «metodo opaco e surrettizio» e contro chi «evidentemente lavora per tenerci fuori dalla maggioranza».
Il M5S: «Subito incontro tra Draghi e Conte»
Con chi ce l’ha Conte? Il suo candidato, il senatore Licheri, ha ricevuto due voti in meno della Craxi. Uno potrebbe essere quello di Italia Viva, che si sarebbe aggiunto a quelli di Lega, FI e FdI. Ma l’altro? Lui stesso ha escluso Pd e Leu, oltre che il M5S. Ma Giuseppi farebbe meglio a non nascondersi dietro un dito: il siluramento di Licheri potrebbe infatti essere l’ennesimo capitolo della lotta di potere che lacera i 5Stelle. Non è un mistero che Luigi Di Maio – che da titolare della Farnesina qualcosa nel MoVimento pure dovrebbe contare nella scelta del candidato alla presidenza della commissione Esteri – avrebbe preferito Simona Nocerino. Già, come diceva qualcuno che di trame e intrighi ne capiva «a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca».