Musica e cultura alla conferenza di FdI: parlano Umberto Scipione e Isabella Ambrosini

3 Mag 2022 11:54 - di Camilla Bianca Mattioli

Le note del concerto di Beatrice Venezi hanno regalato un suggestivo momento di musica alla conferenza programmatica di FdI. Ma la Venezi non era l’unico direttore in sala. C’erano anche Umberto Scipione (compositore, pianista e direttore d’orchestra) e Isabella Ambrosini (compositore e direttore d’orchestra) erano presenti come ospiti e oratori nel dibattito “La cultura della libertà”.

Scipione: ripartire dalla musica e dalla cultura

Docente al Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma, compositore, direttore d’orchestra, pianista, clarinettista, orchestratore e arrangiatore Umberto Scipione è esponente di spicco della musica italiana nel mondo. Invitato al convegno per la sua esperienza professionale e come portavoce delle criticità del settore, durante il colloquio illustra come l’Italia debba ripartire dall’arte dalla cultura e quindi dalla musica, perché “la musica è cultura”. E afferma di avere piena certezza che con FdI si possa parlare di cultura con la C maiuscola.

Senza gli uomini le idee valgono poco

Elogia l’approccio entusiasmante di Meloni nel volere intervenire, rimboccandosi le maniche e partendo dai giovani per riportare l’arte al centro del dibattito politico. Quell’arte cioè sottovalutata a causa di una totale indifferenza dei governi precedenti. Poi la citazione di Nietzsche, «senza musica la vita sarebbe un errore». E infine il compositore rimarca come una classe dirigente preparata come quella di FdI, composta da persone che valgono, sia fondamentale, in quanto senza gli uomini le idee valgono poco.

Le parole di Isabella Ambrosini

Isabella Ambrosini, come Beatrice Venezi, si ritrova ad essere una dei pochi direttori d’orchestra donna. Direttore artistico e musicale dell’Orchestra Roma Sinfonica e del Coro della Università degli Studi Roma Tre, ha collaborato con diverse istituzioni musicali prestigiose come l’Accademia di Santa Cecilia, il Teatro dell’Opera di Roma, l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo e l’Orchestra Sinfonica di Mosca. Ha accettato con piacere la proposta di partecipare alla  conferenza programmatica di Fratelli d’Italia mettendo a disposizione la sua esperienza di direttore d’orchestra attivo sia in Italia che all’estero per portare all’attenzione dell’assemblea i problemi che affliggono il mondo della musica e dei musicisti in Italia e suggerire anche qualche proposta che possa avviarne la risoluzione efficace.

Nella musica il problema del precariato

Tra i problemi messi in luce dal direttore, emerge la piaga del precariato musicale, che affligge una grande parte dei musicisti italiani giovani e anche meno giovani che, dopo anni di studi in conservatorio e accademie, non riescono a trovare una collocazione nelle orchestre sinfoniche istituzionali- falciate negli ultimi anni da tagli e chiusure dissennate- o negli enti lirici- e sono quindi costretti o ad andare all’estero per lavorare come musicisti, o a rinunciare alla musica e trovare un altro lavoro in Italia.

L’inaccettabile declino della tradizione operistica

Altro problema è l’impossibilità per i musicisti italiani, cantanti e anche direttori, di accedere al lavoro negli enti lirici italiani che, di fatto, ingaggiano per la stragrande maggioranza artisti stranieri o, in qualche caso, anche italiani ma che comunque si siano formati, e abbiano raggiunto la notorietà, all’estero. La Ambrosini rimarca: «Purtroppo addolora constatare che proprio nel nostro paese, che dovrebbe esserne il cultore – e geloso custode- la tradizione operistica si sta avviando già da qualche decennio verso un triste e inarrestabile declino, afflitta da alcuni cronici problemi che una classe politica distratta, e talvolta anche complice, non ha saputo o voluto risolvere».

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