Ospedali da terzo mondo in Campania, ma De Luca fa lo sceriffo sulle mascherine da non togliere più
In Campania c’è un’emergenza sanitaria perenne. L’Ospedale Cardarelli ci sta restituendo immagini da terzo mondo. Un Pronto Soccorso stracolmo di barelle accampate in ogni angolo. Malati che senza spazio e dignità vengono parcheggiati in attesa per ore e giorni, prima di essere considerati da un personale medico, ormai decimato. Una realtà che sembra appartenere a quei Paesi poverissimi dove curarsi è quasi una chimera. Dove è normale vedere scene del genere.
Invece siamo a Napoli, un’ora di treno dalla Capitale, in una regione straordinariamente bella ma completamente abbandonata a se stessa.
Medici stremati dai ritmi disumani hanno manifestato la volontà di lasciare l’impiego al Pronto Soccorso. Vogliono dimettersi. Dicono che c’è un limite a tutto. Orari e sforzi fisici al limite di ogni possibile sopportazione.
È vero che il lavoro del medico è soprattutto una missione e dedicarsi alla cura dei pazienti un giuramento, però sotto i camici ci sono uomini e donne in carne ed ossa, devastati da turni massacranti. Fisicamente e psicologicamente distrutti. E poi ci sono i pazienti, i malati, buttati su un lettino e lasciati in attesa. Una situazione che fotografa un’emergenza che sembra invisibile a chi quella regione la governa, e che sembra più interessato alle mascherine, che alla vergogna che il Cardarelli sta offrendo agli occhi del mondo.
Del Luca, lo sceriffo, quello del napalm e del lanciafiamme ha fatto sentire la sua voce qualche giorno fa. Solito piglio, solita faccia contrita, solita scrivania e solita poltrona. Su cosa ha sentito la necessità di pronunciarsi? Sull’indegna situazione della sanità campana?
No. Ha voluto lanciare il suo diktat. Come fa spesso. “Qui in Campania le mascherine resteranno obbligatorie”.
Non ha importanza se dentro gli ospedali, insieme alla vita, i pazienti perdono ogni forma di dignità, se i medici lanciano grida di allarme, che sembrano silenziati, se gli infermieri si arrabattano per non farsi sopraffare da burocrazia e inefficienza. Che gli frega, a lui?
L’importante è che i campani tengano il bavaglio sul volto.
Del resto è dall’inizio della pandemia che De Luca contrasta qualunque forma di allentamento alle restrizioni che il governo mette in campo.
L’emergenza Covid sembra essere l’unico problema che realmente il governatore conosce. Del resto è più facile imporre diktat che risolvere una piaga che sembra aver preso una deriva inarrestabile. Se pensate che l’emergenza negli ospedali riguardi solo il Cardarelli, vi riferisco la notizia pubblicata pochi giorni fa dal quotidiano Il Mattino: riguarda la surreale vicenda di una anziana donna in lista d’attesa dal 2016 per un intervento al polmone per un tumore maligno, e chiamata sei anni dopo. Le hanno chiesto: ha ancora bisogno?
La struttura che vanta una lista di attesa che supera il quinquennio, è il Monaldi. Solitamente si dice che bastano due indizi per fare una prova. Ecco, ve li ho dati : la sanità campana è totalmente alla deriva. E se vai a farlo notare a De Luca, sai come ti risponde il governatore? “Mettiti la mascherina”. Sempre così. Paura del contagio?
No, semplice consapevolezza che nella sua regione non si può correre il rischio di ammalarsi,perché serve un miracolo per essere curati.
Rivotato Presidente per acclamazione del PD e della lobby, sanità pubblica e privata in primis, seguiti dagli Industriali e camorristi. Tutti fanno affari e la magistratura nicchia e assolve un sistema di spartizione che anche un cieco vedrebbe. Comunque é pronto anche per il terzo mandato per il bene dei campani è disposto al sacrificio.
Del resto non é l’unico in Italia che in nome del: “per il bene del Paese” continuano a fare i porci comodi loro.
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