Palermo si sveglia con i manifesti che infangano le liste di Forza Italia e della Dc Nuova
Si infiamma la campagna elettorale a Palermo. Che oggi si è svegliata con affissi sui muri manifesti che infangano la lista di Forza Italia e la Dc Nuova di Totò Cuffaro. “Forza mafia”. Oppure “Quando vai a votare, ricordati chi è Stato”, accompagnata da una grafica riveduta e corretta della pubblicità di una Fiat 126. L’auto riempita di tritolo per l’attentato di via D’Amelio in cui perse la vita Paolo Borsellino. E una foto di Vittorio Mangano con un invito a votare per lui. “Per una Palermo finalmente libera dalla magistratura“.
Palermo si sveglia con manifesti contro “i mafiosi” Cuffaro e Dell’Utri
La contemporaneità con il trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio ha ulteriormente surriscaldato la campagna elettorale palermitana. Che è sempre più costellata di provocazioni con linguaggi infamanti e insulti. I poster contro Cuffaro e Dell’Utri portano la firma del collettivo artistico “Offline Corporation”. Gli adepti giurano di non appartenere a nessun partito. Sono tutti siciliani, hanno un’età compresa fra 20 e 40 anni e hanno riempito il capoluogo siciliano di slogan contro il ritorno in politica dei due ex esponenti politici usando simboli e bandiere di Forza Italia. Nella propaganda del collettivo c’è molta fantasia grafica: la Dc, per esempio, è stata storpiata in “Democrazia collusa” con lo slogan “make mafia great again”.
Nel mirino Lagalla, candidato a sindaco del centrodestra
A scatenare gli attivisti di sinistra il presunto endorsement di Cuffaro e Dell’Utri al candidato di centrodestra a sindaco di Palermo Roberto Lagalla. Che lunedì scorso è stato costretto a non partecipare al ricordo di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. “«Cuffaro e Dell’Utri non sono ispiratori della mia candidatura, quindi non ritengo che debba dire altro», aveva chiarito. Quanto al forfait alle commemorazioni di Capaci ha spiegato di voler partecipare. “Purtroppo nella giornata precedente sono stato fatto oggetto non solo di un dileggio sgradevole e greve ma soprattutto di una sorta di incitazione al popolo verso il dileggio. E anche a forme pericolose di esposizione. Ne ho parlato con Maria Falcone che è stata d’accordo con la mia scelta” ha detto Lagalla, ex assessore regionale della Giunta Musumeci.