Parla la madre di Kalyna, il vice comandante di Azov: “Mio figlio è buono, non beve e non fuma”
«Mio figlio è buono, non beve e non fuma». Esordisce così Lydia Vasylivna, 66 anni, madre di Svyatoslav Palamar detto “Kalyna“, il vicecomandante del battaglione Azov che ha lasciato per ultimo le acciaierie di Mariupol. E aggiunge che il figlio non è nazista, che “c’è un’idea sbagliata del battaglione Azov, frutto della propaganda russa: non sono nazisti, sono nazionalisti. Tra di loro non ci sono solo ucraini. Fanno parte degli Azov tutte quelle persone che vogliono difendere il nostro Paese che è da anni in pericolo d’invasione”.
La madre ci tiene a difendere la reputazione del figlio, accusato da alcuni di essere un nazista e da altri considerato un “eroe”. L’ultima volta che lo ha sentito al telefono Kalyna ha annunciato ai genitori che stava per lasciare l’acciaieria. «Non lo sentivamo da tantissimo. Ci ha detto: “Ciao mamma, ciao papà, sto per uscire da Azovstal, da questo momento in poi non so quando riuscirò a sentirvi ancora, potrebbe passare tanto tempo”. E poi più niente». Non sa dove si trova, non sa come avere notizie.
Adesso la madre teme per la sorte del figlio, ha paura che il figlio venga torturato. «Ora abbiamo molta paura che gli facciano del male». E spera che Zelensky non si dimentichi dei combattenti di Azovstal. «Abbiamo molta fiducia nel nostro presidente. Speriamo che negozi la liberazione dei prigionieri di Azovstal che hanno combattuto per la gloria di tutta l’Ucraina. Speriamo nessuno si dimentichi di loro».
Di cosa accadeva nell’acciaieria non sa nulla: «Ci mandava messaggi con solo un “+”. Il “+” era il suo modo per dire tutto ok, sono vivo. E noi aspettavamo quel segno per giorni».