Piazza Pulita, De Girolamo difende l’amica Giorgia: basta sorrisini supponenti, è caccia alle streghe (video)

6 Mag 2022 12:14 - di Ginevra Sorrentino
De Girolamo Meloni

Il tribunale televisivo – con la difesa di Fdi e Giorgia Meloni affidata a Nunzia De Girolamo e Alessando Campi – di Piazza Pulita su La7, grazie alle argomentazioni dei giudici Laura Boldrini (deputata Pd) e Fabrizio Roncone (giornalista del Corriere della sera) ieri ha sentenziato. E la pronuncia del verdetto spetta al riassunto che il conduttore Formigli fa, formulando una domanda insinuante come al solito: Fdi può governare stante una visione del mondo e dei diritti non in linea con una destra moderna e liberale?». Questo, in grande sintesi, il tenore dello scorcio finale della puntata di ieri sera di Piazza Pulita. Che, con un tempismo da record, al primo appuntamento utile a ridosso del successo della Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia di Milano nello scorso fine settimana, torna a punzecchiare.

A “Piazza Pulita” si parla di Fdi: la De Girolamo su Giorgia Meloni

A rinverdire di nuova linfa asperità delle polemiche, recriminazioni dogmatiche e commenti al vetriolo. E un dubbio sorge spontaneo: non sarà che la paura scatenata dai sondaggi che accreditano Giorgia Meloni e i suoi come primo partito – e di cui lo stesso Formigli dà conto anche ieri – inducono ad agire. E ad agire in fretta, per rallentare l’avanzata dell’avversario? Beh, se volevano anche solo insinuare un dubbio. E se volevano farlo tornando a puntare sull’inconsistenza della accuse mosse alla Meloni sulla base della famigerata inchiesta Fanpage rilanciata a due giorni dal voto per le amministrative di ottobre. E aggiornata alla kermesse milanese, Formigli e i suoi hanno mancato l’obiettivo. Allora come ieri.

Le stoccate della De Girolamo alla Boldrini e al suo sorrisetto sardonico

Il veleno dispensato in pillole a ogni domanda e a ogni servizio, finisce per infettare spunti e argomentazioni di chi ha tentato di spargerlo con tanto di sorrisetto sardonico immortalato dai primi piani sia sul viso della Boldrini, che su quello del conduttore. Covitati di pietra, alla fine, di una tavola rotonda che ha visto spiccare per eloquio, argomentazioni e pacatezza Alessandro Campi e Nunzia De Girolamo chiamati al contraddittorio. Gli stralci del discorso della Meloni a Milano offrono molti spunti alla riflessione e assai poco alla discussione polemica. Ma le domande che tentano di delegittimarne senso politico e ragione sociale sono puntualmente provocatorie a prescindere. E, come da copione, offrono il fianco alla Boldrini per declamare e sentenziare: «È una destra moderna quella guidata da Giorgia Meloni? Direi di no. È una destra reazionaria, oscurantista, non europeista, non liberale, che non sa prendere le distanze dagli estremismi e che sui diritti civili è sempre contro».

De Girolamo, Meloni la prossima presidente del Consiglio? È coraggiosa, l’unica leader del Paese

Insomma, la solita supercazzola infarcita degli stessi, logori epiteti di sempre. E riscaldata con tesi d’antan alla luce del nuovo quadro politico. Tanto che la De Girolamo, la prima chiamata a replicare alla domanda dalle cento pistole: «Sarà Giorgia Meloni la prossima presidente del Consiglio?», nella sua replica esordisce: «Cominci da me che mi sto già innervosendo. e speravo che, almeno da conduttrice televisiva, non dovessi più innervosirmi. E invece»… Invece si innervosisce ma mantiene la calma. E prontamente ribatte: «Non mi piacciono i sorrisi, la superiorità intellettuale che qualcuno a sinistra crede di avere (e il riferimento è chiaramente al sorrisetto sardonico della Boldrini sfoggiato a favore di telecamere ndr). È una mia amica, è coraggiosa. Non si è piegata a trasversalismi, a inciuci, a poltrone offerte.  È una donna di grandissimo coraggio. L’unica leader in questo Paese».

Basta con la superiorità intellettuale che la sinistra crede di avere

«Ed è una cosa su cui rifletterei per chi si batte per i diritti delle donne (e sono due… ndr)», incalza l’ex forzista ora impegnata nella conduzione televisiva. Quindi prosegue: «A destra c’è la caccia alle streghe. Anche Laura, che è un’amica, aveva dei sorrisi che non mi piacevano (e stavolta l’allusione è chiaramente slatentizzata ndr)». E ancora: «Nella ricostruzione mettete affianco una manifestazione del primo maggio con una celebrazione che non c’entra niente»: la commemorazione pomeridiana con i saluti romani per Sergio Ramelli, a cui la Meloni non ha presenziato, partecipando alla cerimonia istituzionale della mattina insieme al sindaco Sala. «Non mi piace l’approccio ideologico e saccente nei confronti di questa donna», sottolinea la De Girolamo che poco prima aveva anche ribadito: «Non mi piace la superiorità intellettuale che qualcuno a sinistra crede di avere rispetto a una donna alla quale io riconosco grande coraggio. Che ha creduto in un partito dato al 2%. E lo ha fondato»). Nessuno può darle torto. Neppure il giornalista dell’inchiesta di Fanpage, rigorosamente presente in studio…

Il nostalgismo, un fenomeno marginale ma un fantasma sempre evocato ad hoc

Eppure, nonostante la difesa appassionata di Nunzia De Girolamo (che tra l’altro sottolinea anche: «Giorgia è un’amica e lo rivendico»). Nonostante immagini e commenti parlino da soli, c’è voluto anche l’intervento del politologo, giornalista e professore di Storia delle dottrine politiche nell’Università di Perugia per smontare e rispedire al mittente le tesi che Formigli e i suoi vogliono far passare. Tesi che le parole dell’ospite, interpellato, smontano pezzo per pezzo. A cominciare dal bollare come «folclore» quel nostalgismo di attivisti retrò che, dice il professore: «Non credo ci si possa montare sopra un ragionamento politico complesso. E, tanto meno, costruirci addosso campagne allarmistiche».

Campi: «Fratelli d’Italia è un partito che ha cambiato pelle, ma in una logica evolutiva»

Semmai, incalza Campi, «stiamo facendo vedere una fotografia di un’immagine di 30 anni fa. Dovremmo parlare di un partito che ha ben altre caratteristiche. E partirei dal considerare i fatti. Che sono, ricorda il politologo: «Giorgia Meloni ha costruito il primo partito italiano. L’unica leader donna, in un Paese profondamente maschilista anche a sinistra, nonostante le nobili battaglie della Boldrini. Un partito che ha cambiato pelle, ma in una logica evolutiva: dietro la Meloni c’è già l’esperienza di Alleanza Nazionale. C’è l’esperienza di un mondo che negli ultimi 30 anni, faticosamente, si è posto il problema di superare la memoria fascismo al quale era sentimentalmente legato. Ma non si può pensare che ogni volta si ricominci da capo. Altrimenti diventa solo un gioco di sponda politico»…

Sotto, il video dell’intervento di Nunzia De Girolamo a Piazza Pulita dalla pagina Facebook della trasmissione di La7

 

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