Processo Johnny Depp-Amber Heard: parola ai giurati, martedì il verdetto. Ma fuori dall’aula lui ha già vinto
Dopo settimane di dura battaglia legale, nel processo tra Johnny Depp e l’ex moglie Amber Heard che sta tenendo gli americani incollati a social e tv, la parola passa ai giurati. Sette segretissimi e blindatissimi membri della giuria chiamata al verdetto, che sono rimasti un paio d’ore in camera di consiglio prima di aggiornare i lavori a martedì, al termine del lungo ponte del Memorial Day. Ieri, intanto, è stato il giorno delle arringhe finali. Il giorno in cui gli avvocati delle parti in causa hanno sferrato l’assalto finale alla conquista della vittoria per il trionfo della verità.
Processo Johnny Depp-Amber Heard: parola agli giurati
Quindi ora tocca alla giuria stabilire se Amber Heard è una bugiarda che ha speculato – fingendo – sul clima infiammato dal MeToo di abusi e molestie, o se davvero Johnny Depp è, come lo ha definito il Sun – un caso nel caso costato un pesante dibattimento nel Regno Unito, conclusosi con la sconfitta dell’attore statunitense – un «picchiatore di mogli». Quello che sta per concludersi in Virginia, dunque, è il secondo round processuale di un match tra i due divi ex coniugi, cominciato anni fa subito dopo il matrimonio. Uno scontro che la battaglia in aula ha reso sanguinario, con la squadra di avvocati di Depp ben più corazzata degli avversari, che ha fatto valere sul campo una verità sostenuta da testimonianze, registrazioni audio, video e foto, spesso mutuate dalla concorrenza.
Un feroce rimbalzo di accuse che in aula ha ribaltato i ruoli
In un ribaltamento di ruoli che ha fin qui decretato, almeno in aula, un ribaltamento di verità sconcertante: per cui sarebbe il pirata dei caraibi il vero molestato. Sarebbe l’uomo della coppia la vittima aggredita costantemente. Presa a pugni. Filmata, umiliata e offesa a ingiurie e botte. E accusata sull’agorà mediatica in virtù di accuse smontate in aule e di manipolazioni digitali smascherate dal banco dei testimoni. Bugie, che i legali di Depp hanno sbugiardato meticolosamente portando al banco dei testimoni esperti informatici, psichiatrici forensi, paparazzi e persino amiche, o ex collaboratrici, della star di Aquaman. Smontando le testimonianze di parte – da quella della sorella a quelle delle persone più vicine ad Amber Heard – trasformate dagli avvocati di Depp in pericolosi boomerang contro l’attrice.
Johnny Depp, l’arringa dei suoi legali chiede verità e giustizia
La quale – va detto, assistita non bene dal suo team di legali – nemmeno ricorrendo a pianti e crolli emotivi improvvisati a favore di telecamera e di giurati, è riuscita a reggere all’onda d’urto di accuse. Recriminazioni. Testimonianze divenute nelle mani degli avvocati di Johnny Depp, prove schiaccianti contro di lei. Al di là di ogni, ragionevole dubbio. Come, di contro, l’atteggiamento sempre compassato. Dignitoso. A tratti persino remissivo dell’attore della saga picaresca a stelle e strisce, ha aiutato non poco a smontare l’idea. L’immagine pubblica che l’ex moglie ha reso di lui. E che gli ha rovinato carriera e quotidianità. Frutto di una strategia che la Heard avrebbe costruito a tavolino in un inquietante balletto di denunce e feroci accuse, strane tempistiche e coincidenze sospette, mirate solo a dare in pasto ai social il quadro di un marito aguzzino e di una moglie vittima di violenze domestiche.
L’arringa dell’attore: «Johnny Depp non è l’aguzzino. E Amber Heard non è la vittima»
Perché, ha ribadito una volta di più l’affascinante avvocatessa di Depp – una bellezza sudamericana che con la sua appassionata difesa a spada tratta dell’assistito ha messo all’angolo senza pietà l’algida attrice statunitense. Finendo per essere acclamata come una rockstar. E celebrata sui social alla stregua di una diva hollywoodiana – Amber Heard non ha mai pensato che, «seduta sulla sua presunta “montagna di prove” avrebbe mai dovuto affrontare il suo “aguzzino” e farle verificare»… Invece Johnny Depp l’ha fatto. «Ha detto al mondo e a una giuria, che lui è la vera vittima di abusi domestici». Come che tutto quello che di «falso e diffamatorio» è stato scaraventato contro di lui, «ha provocato un danno irreparabile. Per cui oggi, è vero – ha concluso l’avvocatessa – in aula c’è un mostro: ma non è Mr Depp. E c’è una vittima, ma non è Mrs Heard». Un caso MeToo, senza il MeToo, che ha spalcato una finestra sugli orrori di abusi conditi da alcool, droghe e tanta rabbia e dolore.