Reddito di cittadinanza, infuria la polemica: «Grillini colpevoli», «soldi a chi non fa una mazza»

28 Mag 2022 13:00 - di Fulvio Carro
reddito di cittadinanza

«Non sono d’accordo con Conte secondo cui il reddito di cittadinanza è una buona misura. Per me è metadone di Stato». Le parole di Giorgia Meloni hanno riportato al centro del dibattito la misura più illogica che sia stata presa. Una misura decisa in tutta fretta, senza valutarne le conseguenze. FdI continua ad affermare che così non si può andare avanti. E Andrea Delmastro Delle Vedove ha spiegato – in un’intervista a Fanpage.it – il perché.  «Noi di FdI abbiamo sostenuto fin dall’inizio, e ora i dati ci danno ragione, che il reddito di cittadinanza è il metadone di Stato applicato alle politiche attive del lavoro. Ha cronicizzato la povertà, intossicato e disincentivato il mondo del lavoro. Questo emerge con evidenza dal lavoro stagionale. Già l’estate passata le aziende che operano nel turismo ci dicevano che, qualsiasi cifra offrissero, difficilmente riuscivano a trovare lavoratori».

Reddito di cittadinanza, centrodestra in campo

La polemica cresce. Alzano i toni anche le altre forze del centrodestra con l’aggiunta di Renzi. Duro è Roberto Schifani, di Forza Italia. «Noi», dice, «siamo il partito che guarda a chi produce, non a chi è parassita e percepisce il reddito di cittadinanza, grazie a un partito, quello dei grillini che sta morendo, per fortuna. Noi abbiamo bisogno di altro, di guardare a chi lavora, al commerciante all’imprenditore che rischia».

«Quei soldi vanno dati a pensionati e disoccupati veri»

«Alla prova dei fatti dopo tre anni su un milione e centomila lavoratori abili che percepiscono il reddito di cittadinanza, hanno ottenuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato 4000. Non è tanta roba». Lo ha detto Matteo Salvini in un comizio a Erba (Como). «Quei soldi rubati da gente che sta a casa a non fare una mazza dalla mattina alla sera dovrebbero essere dati ai pensionati, ai precari e ai disoccupati veri che vorrebbero andare a lavorare».

 «È la condanna a una generazione»

«Bisogna dirlo con forza», ha affermato a sua volta Matteo Renzi. «Il reddito di cittadinanza non combatte la povertà. Condanna una generazione a rimanere povera per sempre. A meno di non voler dire che con 500€ al mese si può campare bene. Per combattere la povertà serve il lavoro, non il sussidio. Su questo sono pronto a fare dibattiti in tutta Italia».

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