Santoro sfila le truppe pacifiste al Pd e le riunisce al teatro Ghione. La diretta sulla tv No vax Byoblu
C’erano quasi tutti all’evento: dalle sardine ai pacifisti. Dagli ambientalisti agli antieuropeisti: passando per i retroscenisti, gli attivisti e gli antimilitaristi impegnati nel processo ai potenti «che proibiscono la pace». Tutti insieme appassionatamente. E a ranghi compatti. Sono molti i nomi illustri dello spettacolo e della cultura che ieri sera si sono ritrovati al teatro Ghione di Roma per l’evento organizzato da Michele Santoro dal titolo “Pace Proibita”. Protagonisti, in diretta social dalla ribalta capitolina, di una serata votata alla causa dell’opposizione «alla deriva verso il pensiero unico. E la resa dell’intelligenza». Più in generale, schierati contro l’Alleanza atlantica e in particolare gli Usa.
L’evento di Santoro contro guerra, Nato e mainstream
Vecchie glorie del vetero comunismo d’annata, pronte a rinvigorire di nuova linfa le proteste anti-atlantiste. Unite ad alcuni rappresentanti delle nuove leve della generazione Greta Thunberg. All’ombra del vessillo glamour brandito da attori e registi celebri. E dell’autorevole blasone messo in campo da intellettuali. Giornalisti. Accademici. Insomma, etichette e dati anagrafici a parte, all’appello mediatico di Santoro hanno risposto in molti ieri sera. Con gli immancabili Fiorella Mannoia, Ascanio Celestini, Sabina Guzzanti, Vauro Senesi, Tomaso Montanari, Luigi de Magistris, Luciana Castellina, Moni Ovadia e Yasmine Cristallo in testa a tutti (per citare i più indefessi attivisti “contro”, che ieri non hanno mancato di rispondere all’appello del tele-tribuno.
Al Ghione per “Pace Proibita” di Santoro sfila gran parte dell’intellighenzia di sinistra
Tutti partecipi dell’appello che Santoro ha lanciato e rinnovato al grido di slogan ce dichiarazioni imbevute di buonismo ormai anacronistico logoro antiamericanismo spicciolo declinate a un’invettiva contro il mainstream di cui molti di loro, peraltro, fanno parte a buon titolo. «Noi non siamo filo putiniani, siamo pacifisti», hanno tenuto a ribadire quasi tutti. E ancora. «Siamo stati messi all’angolo solo perché dissenzienti dal mainstream, ma fanno schifo le guerre della Russia come quelle della Nato», hanno ribadito altri partecipanti. «Perché essere filoamericani se questo significa assecondare una corsa al riarmo? L’Europa ha dimenticato come si costruisce la pace», hanno deposto la loro pietra tombale sull’argomento altri ancora.
«Noi non siamo filo putiniani, siamo pacifisti»
Dimenticando che la guerra è vecchia quanto il mondo e quanto l’uomo che lo abita, in nome dell’esaltazione di una protesta in diretta anche in Tv grazie allo streaming. Un evento, andato sold out, intriso di un populismo d’antan celebrato prendendo in prestito ora una poesia di Trilussa. Ora una citazione di Papa Francesco. E con libere dissertazioni indirizzate alla pancia del Paese, che hanno tutte inequivocabilmente omaggiato una verità che i vari protagonisti si sono sfilati dalla tasca: «L’unica guerra giusta è quella che non si fa»…