Sanzioni, la von der Leyen detta i tempi: stop al greggio russo entro 6 mesi, ma non per tutti sarà così
Ursula von der Leyen ha presentato oggi “il sesto pacchetto di sanzioni” contro la Russia dettando ai Paesi europei, Italia compresa, la roadmap che l’Ue vuole imporre ai singoli governi per arrivare a isolare Putin economicamente, in particolare applicando il blocco totale all’import di petrolio russo: entro sei mesi al petrolio greggio ed entro l’anno al petrolio raffinato.
Per arrivare a mettere con le spalle al muro Putin, facendo leva sul petrolio, la von der Leyen conta anche sulla politica Covid-zero perseguita dalla Cina – ma la Storia insegna che spesso non tutti i tasselli vanno al loro posto – che con la variante Omicron sta portando a lockdown in importanti metropoli. Cosa che, nel progetto della von der Leyen, dovrebbe, per qualche tempo, moderare la domanda cinese. E, quindi, diminuire ulteriormente la pressione rialzista sui prezzi derivante dalla colossale domanda del Dragone.
Dunque ecco come Ursula von der Leyen immagina la strategia europea. La Commissione Europea “propone un bando al petrolio russo. Sarà – spiega la presidente, intervenendo nella plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, un completo divieto di importazione di tutto il petrolio russo, sia via nave che via oleodotto, greggio e raffinato“.
Sarà un “phase out“, un’uscita graduale, condotto “in modo ordinato, in un modo che consenta a noi e ai nostri partner di assicurarci rotte di fornitura alternative e di minimizzare l’impatto sui mercati globali“. “Per questo – continua Ursula con der Leyen – termineremo alla fornitura di petrolio greggio entro sei mesi e di prodotti raffinati entro fine anno. In questo modo, massimizziamo la pressione sulla Russia, minimizzando nel contempo il danno collaterale a noi stessi e ai nostri partner nel mondo. Perché, per aiutare l’Ucraina, la nostra economia deve restare forte“.
L’uscita graduale dal petrolio russo verrà calibrata in modo tale da tentare di evitare un grosso impatto sui prezzi del petrolio, già molto elevati anche se in ritracciamento dai massimi di inizio marzo. Ma non sarà uguale per tutti i paesi europei questi sgancio dalle forniture russe. E’ probabile che il phase-out dal petrolio russo sia un po’ più lungo per Paesi come l’Ungheria e la Slovacchia, che sono fortemente dipendenti dal petrolio russo e che per di più non hanno sbocchi al mare, quindi non possono approvvigionarsi facilmente da fornitori alternativi.
Quanto alle sanzioni” immediate, “prima di tutto, inseriamo nella lista” dei soggetti sanzionati “militari di alto grado e altri individui che hanno commesso crimini di guerra a Bucha e che sono responsabili per il disumano assedio a Mariupol“. “Questo – assicura la von der Leyen – manda un altro importante segnale a tutti coloro che perpetrano la guerra del Cremlino: sappiamo chi siete e dovrete rendere conto di quello che avete fatto”, aggiunge.
Con il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina “stacchiamo da Swift Sberbank, di gran lunga la prima banca russa, e altre due grandi banche russe”, dice la presidente della Commissione Europea. “In questo modo colpiamo banche che sono di importanza critica per il sistema finanziario russo e per la capacità di Vladimir Putin di portare distruzione. Ciò consoliderà il completo isolamento del sistema finanziario russo dal sistema globale”, aggiunge von der Leyen. Inoltre, “vietiamo a tre grandi broadcaster controllati dallo Stato russo di trasmettere” nell‘Ue.
Queste tre emittenti, continua von der Leyen, “non potranno distribuire contenuti nell’Ue“, quale che sia il canale, “cavo, satellite, internet o app“. Si tratta di “casse di risonanza” che diffondono “le bugie e la propaganda di Putin“. Proprio ieri la Comunità Europea si è occupata di libertà di stampa.
Lo fanno in modo “aggressivo – sostiene von der Leyen – non dobbiamo più dare loro un palcoscenico per diffondere menzogne“. Inoltre, “il Cremlino si avvale di revisori contabili, consulenti e spin doctor europei. Ora questo finirà. Vietiamo la fornitura di quei servizi alle imprese russe“, conclude.
Sanzioni sulla pelle di tutti noi, sanzioni sulla pelle di popoli che vorrebbero solo vivere in pace e non fare la fame. Bisogna abolire tutte le sanzioni, in tutto il mondo, a partire da quelle su alimenti, medicine ecc., al più lasciare quelle sulle armi. VdL si preoccupa del nostro futuro ecologico, ma non se avremo un futuro.
per anni ho scritto sul Secolo, un giornale controllato nelle opinioni e nell’uso della lingua; perché usare verbi come “Conte abbaia”? Esprime una sua opinione; e allora cosa fa la von der Layen, lei sì mortalmente pericolosa per l’economia europea? Possibile che il filo-americanismo di FdI vi ottenebri la scrittura (oltre alle idee…)