Torino, FdI al sindaco Lo Russo: «No alla sanatoria del registro delle coppie omogenitoriali»

2 Mag 2022 21:13 - di Giorgia Castelli
FdI

«No alla sanatoria del registro delle coppie omogenitoriali». A ribadirlo i parlamentari torinesi di FdI e rappresentanti del gruppo a Palazzo Civico incontrando, oggi, in video conferenza, il sindaco Stefano Lo Russo e l’assessore Jacopo Rosatelli. Tema dell’incontro le trascrizioni anagrafiche dei figli delle coppie omogenitoriali.

Torino, FdI: «No alla sanatoria»

«Al contrario – spiegano gli esponenti di FdI in una nota – abbiamo chiesto la correzione al Comune di ogni atto affinché quegli ottanta bambini possano vedersi riconosciuto il diritto ad avere lo status che la legge prevede ciò che è stato ribadito dal ministero dell’Interno, e cioè si  iscrivono nei registri la sola madre o, in mancanza della madre, il solo padre ovvero entrambi i genitori se di sesso opposto».

FdI: “Utero in affitto reato universale”, il disegno di legge

«In ogni caso in commissione giustizia alla Camera – sottolineano nella nota il senatore Lucio Malan, il deputato Augusta Montaruli e il capogruppo al Comune di Torino Giovanni Crosetto – è depositato il testo di legge sull’utero in affitto reato universale che renderebbe impossibile far trovare minori in situazione di fatto inaccettabile. La strada per garantire all’anagrafe uno status certo risponde all’esigenza di tutelare il minore nel diritto di sapere da dove viene e non può essere sovrapposta alla tutela  dei propri rapporti affettivi né trovare risposta in un provvedimento legislativo che sani il guaio combinato dalle amministrazioni Appendino e Lorusso».

«Atto illegittimo»

«I circa 80 bambini di Torino sono oggi nel limbo non a causa di un vuoto normativo ma a causa di un atto illegittimo adottato per far valere una posizione politica attraverso una forzatura», concludono  Malan, Montaruli e  Crosetto.

La Lega: «Atti illegittimi sulla pelle dei bambini»

Sulla vicenda è intervenuta anche la deputata torinese della Lega Elena Maccanti. «Una sentenza e una lettera del prefetto hanno messo fine a una prassi introdotta da Appendino e proseguita dall’amministrazione Pd. Atti illegittimi adottati per sostenere una posizione ideologica, non nell’interesse ma sulla pelle dei bambini».

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