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Trieste, la vendetta di Draghi sui Portuali: 30 indagati per le manifestazioni contro il Green Pass

Cronaca - di Paolo Lami - 16 Maggio 2022 alle 16:30

Arriva la vendetta del governo Draghi sui Portuali di Trieste che a ottobre fecero un sit-in pacifico nel porto del capoluogo per protestare contro l’obbligo di Green Pass.

Trenta persone, tutti cittadini italiani, sono stati indagati nei giorni scorsi con l’accusa di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, blocco stradale, getto pericoloso di cose all’indirizzo delle forze di polizia e per i reati di grida e manifestazioni sediziose e di adunata sediziosa, nonché di manifestazione non autorizzata.

Era il 18 ottobre 2021 quando il ministero, dell’Interno guidato da Luciana Lamorgese, spedì le forze dell’ordine a sgomberare l’area antistante l’accesso allo scalo marittimo denominato “Varco IV” che era stato occupato da un nutrito numero di persone per quattro giorni consecutivi con la presenza, in una circostanza, di circa 8.000 manifestanti contro il Green Pass.

Il presidio era stato promosso dal “CLPT – Coordinamento Lavoratori Portuali di Trieste”, sigla sindacale che scioperava contro l’introduzione dell’obbligo del green pass per accedere ai luoghi di lavoro, provvedimento entrato in vigore lo stesso 15 ottobre.

L’azione persecutoria del governo Draghi nei confronti del Portuali di Trieste “colpevoli” di manifestare contro il Green Pass ha preso le mosse dalla decisione della speciale Commissione di Garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali di considerare illegittima la forma di protesta scelta dai manifestanti che prevedeva, fra l’altro, l’allestimento di gazebo e zone ristoro.

Secondo la tesi del governo Draghi, che punta a reprimere la protesta e le manifestazioni contro il Green Pass, questo avrebbe favorito ed incentivato la presenza di persone, anche nelle ore notturne.

Da qui il ragionamento per perseguire i Portuali di Trieste ed arrivare – questo il punto – a chiedere loro i danni: la protesta, secondo il governo Draghi avrebbe causato un significativo calo del traffico commerciale, con conseguenti ingenti danni economici e gravi ripercussioni sulla regolarità dei servizi portuali e di gestione del traffico delle merci, obbligando molte navi a scaricare le merci in altri porti dell’alto Adriatico.

La tesi per arrivare a perseguire i Portuali che manifestavano contro il Green Pass si serve anche del parere del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica secondo il quale sostiene che il protrarsi di tale situazione, ha comportato l’intervento delle forze di polizia per ripristinare la zona di transito e liberare l’area dai diversi accampamenti di fortuna che si erano nel frattempo creati.

Quindi, viene sostenuto, i numerosi inviti rivolti ai manifestanti a lasciare l’area da parte dei responsabili dei servizi di ordine pubblico sono stati vani, così come infruttuosa è stata la trattativa intavolata per alcune ore con gli occupanti per convincerli a spostare la loro protesta in un altro luogo.

Dal momento che alcune frange di manifestanti iniziavano a frapporsi in maniera violenta contro i reparti inquadrati, è il ragionamento per arrivare a indagare le 30 persone, con l’ausilio degli idranti si è proceduto allo sgombero del sito portuale.

Peccato che tutti abbiano visto chiaramente nei numerosi video pubblicati sui Social come i manifestanti, pacificamente seduti a terra venissero investiti dall’acqua a pressione degli idranti.

Liberata l’area, sostiene la tesi accusatoria, alcune frange dei manifestanti si sono successivamente riorganizzate nei pressi del cavalcavia prospicente la zona portuale, ingaggiando, prosegue la ricostruzione, ripetutamente scontri con le forze di polizia schierate a protezione del sito.

Ad un certo punto una parte di essi, ha iniziato un corteo per le vie cittadine, bloccando di fatto il traffico nelle principali strade del centro di Trieste.

Gli altri partecipanti, rimasti nei pressi del Varco IV, di sarebbero scontrati, fino a tarda sera con le forze dell’ordine.

I disordini avrebbero interessato anche la zona limitrofa di via dei campi Elisi, dove decine di manifestanti contro il Green Pass, si sostiene, hanno bloccato il traffico stradale rovesciando numerosi cassonetti, venendo a contatto con i reparti inquadrati intervenuti per disperderli, fatti bersaglio del lancio di sassi, bottiglie ed oggetti vari.

In tali frangenti, alcuni facinorosi hanno bloccato, sostiene ancora la tesi accusatoria l’accesso alla rampa che conduce all’entrata dello Scalo Merci di Campo Marzio, circostanza che ha indotto le autorità a interrompere, in via cautelativa, la circolazione sulla linea ferroviaria.

Da lì sono partite le indagini della Digos, coordinate dal pubblico ministero di Trieste, Pietro Montrone, che hanno portato ad acquisire diversi filmati e ad identificare le persone, tra cui anche i leader dei movimenti contro il Green Pass accusati di aver istigato i manifestanti a commettere reati.

Durante le operazioni di sgombero tre poliziotti hanno riportato lesioni da parte dei manifestanti e sono stati danneggiati tre mezzi delle forze dell’ordine.

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di Paolo Lami - 16 Maggio 2022