Tsunami Gelmini, Berlusconi prepara la vendetta? Lei tace: mi occupo del governo…
Questa volta il capo è furioso. Anzi, “sconcertato”. Lo tsunami scatenato da Mariastella Gelmini contro il cerchio magico azzurro e Silvio Berlusconi in persona ha lasciato sul campo morti e feriti. L’attacco della ministra, dopo l’incoronazione di Licia Ronzulli a coordinatrice della Lombardia, ha scatenato un putiferio. E scosso l’equilibrio di rapporti già precario dentro il partito. Al Cavaliere, vittima di un’offensiva personale, brucia l’ingratitudine della Gelmini. Che ha messo in discussione la persona, la storia e la linea politica del leader azzurro.
Il Cavaliere prepara la ‘vendetta’ sulla Gelmini
“Non si capisce bene dove voglia arrivare”, avrebbe detto ai suoi. “Qualcuno di voi l’ha capito?”. Ora si passa al muro contro muro. E la ministra bresciana potrebbe restare con le mai vuote. Nel mirino proprio il fronte governista, Brunetta, Carfagna e Gelmini. Che non era il trio che Berlusconi avrebbe voluto a Palazzo Chigi. Meglio gli ‘altri’: Antonio Tajani e i capigruppo di Camera e Senato, Barelli e Bernini. Favorevoli al disegno di fusione con la Lega di Salvini. Un piano che avrebbe dovuto disarmare Fratelli d’Italia e che la ministra Gelmini ha fatto saltare. Attaccando l’ambiguità del Cavaliere sulla guerra in Ucraina e lo schiacciamento sul Carroccio. Insomma. portando allo scoperto il lavoro ‘segreto’ della coppia Ronzulli-Tajani.
Il Cavaliere è immobile, furioso per l’attacco
Ora “Silvio sta in surplace”, quasi immobile. In attesa della mossa vincente per uscire dal guado. In tanti, non ultimo proprio Salvini, spingono per una punizione esemplare alla ministra degli Affari regionali. Chiedendole di rinunciare all’incarico di capodelegazione o, addirittura, di uscire dal governo. Opzione difficile la seconda, anche perché – come ha ricordato Elio Vito – “i ministri li nomina il presidente della Repubblica”. L’ordine di scuderia è tacere. L’unico che può rompere il silenzio stampa è Tajani, Che, non a caso, si è precipitato a smentire l’ipotesi di fusione con la Lega. Ma la parola federazione, intanto, non è più un tabù. La Gelmini tace. Dopo i fuochi d’artificio del week-end.
La ministra tace: voglio occuparmi di governo
“Voglio occuparmi solo dei dossier di governo. Sto preparando l’informativa di mercoledì (domani, ndr ) sulle fonti rinnovabili», dice. E non aggiunge altro. Resiste. La sua sembra l’ultima resistenza alla deriva filo Putin della dirigenza forzista. Isolata (con lei forse ancora Brunetta e Carfagna) e additata da mezzo partito, lei che del berlusconismo è stata uno dei volti più noti e fedeli. Per ora, dicono gli altri dirigenti, si occupi di Palazzo Chigi e non del partito. Non ha un piano B, dice. Ma Calenda la acoglierebbe a braccia aperte. Da registrare una sintomatica lite a distanza con Salvini. Che l’ha invitata a contare “fino a cinque” prima di contestare l’intoccabile Berlusconi. Le, ancora capodelegazione azzurra, lo invita invece a occuparsi dei fatti del suo partito “che non è ancora Forza Italia”.