Ucraina, Conte incalza Draghi per stanare Letta: «Si attivi per la pace. Basta fare la comparsa»
Annuncia un 2023 di riscossa Giuseppe Conte, seppur ad onta di un presente assai avaro di soddisfazioni. Ma questo rientra tra i compiti meno gratificanti di un leader. E Giuseppi tale vuole apparire. «Mi aspetto un Movimento capace di esprimere una grande forza propulsiva per il rinnovamento del quadro politico – dice da ospite di Metropolis su Repubblica.it -. Questa forza il M5S non l’ha persa, la esprimiamo continuamente». E se nessuno se n’è accorto è solo per colpa delle tormentate vicende statutarie. «Siamo stati meno presenti sulla scena politica, ma – assicura l’ex-premier – non ci siamo mai distratti». Sarà. Fatto sta che Conte corre ora disperatamente alla ricerca del tempo perduto. Tanto più che quello che lo separa dalle elezioni politiche è meno di un anno e i sondaggi sono quelli che sono.
Conte ospite di Metropolis
È il motivo per cui si è tuffato sulla guerra, versante pacifista nella speranza di scavalcare il Pd a sinistra. Un “sorpasso” negato dall’ex-premier: «Non sto superando il Pd a sinistra, ma sulla linea del buonsenso». Nel frattempo, per dimostrare che fa sul serio, incalza Mario Draghi. «Abbiamo il dovere di parlare ai nostri alleati, di non recitare un ruolo da comparsa», esorta Conte. Per poi aggiungere: «Il governo deve riferire qual è il suo impegno per porre fine a questa guerra. Non è questione solo di tipologia di armi, è questione di evitare il rischio di un’escalation». Una posizione che certamente creerà non pochi imbarazzi al Pd. Ma non al M5S. Che punta a convincere così Enrico Letta ad abbandonare l’idea del campo largo per puntare sulla legge elettorale proporzionale.
«Il “campo largo” si è ristretto»
Rispetto al primo constata che «si è ristretto pressoché immediatamente: quando abbiamo scoperto che ci doveva essere Renzi, la cui affidabilità è nota, e Calenda, che ha detto di non voler venire con i 5Stelle. Abbiamo risolto il problema…». Quanto al proporzionale, lo definisce una «necessità», soprattutto dopo il taglio dei parlamentari. «Su questo mi sembra che nel Pd ci siano aperture – ha proseguito Conte – bisogna vedere se ci saranno i numeri». Il rapporto col Pd è ai minimi termini. «Ci voglio lavorare, però nel rispetto reciproco e per ora non mi hanno rispettato – ricorda – . Abbiamo subito frasi irriguardose e ingiuriose, alcune sono state addirittura volgari». E conclude: «Non mi hanno insultato così neppure dal centrodestra»