Zelensky a “Porta a Porta”: «Pronto a parlare con Putin ma niente ultimatum». E ringrazia l’Italia
«Le forze armate russe sono quattro volte più grandi delle nostre, il loro Stato otto volte il nostro, ma noi siamo dieci volte più forti come persone. Non siamo in condizioni pari, ma il mondo è unito intorno a noi. Draghi ha ragione: noi possiamo vincere perché stiamo combattendo per la verità e non dobbiamo essere soli in questo». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervistato da Bruno Vespa per Porta Porta in onda questa sera su Rai 1 ringrazia l’Italia. «Sono molto grato a Mario Draghi e felice che l’Italia si sia unta alle sanzioni europee e credo che questi passi, anche nell’ambito turistico, siano stati molto forti» e «sono molto grato all’Italia per questo passo, un sostegno molto forte».
Zelensky pronto a parlare con Putin
Per quanto riguarda le trattative con la Federazione Russa, dice, «la questione si complica ogni giorno perché ogni giorno i russi occupano villaggi, uccidono, vedo le tracce delle torture, le rovine che lasciano dietro di sé e questo complica molto la possibilità di condurre le trattative. La nostra società è molto pacifica, in questi otto anni volevamo trattare ma ora la società non la vede più positivamente. Come presidente sono pronto a parlare con Putin senza mediatori, però no agli ultimatum».
«Via le forze armate russe dal nostro territorio»
Poi però Zelensky ribadisce: «Bisogna portare via le forze armare russe dal nostro territorio, noi non abbiamo militari sul territorio russo. Devono liberare i nostri villaggi, le nostre case, restituire cosa è stato saccheggiato. Che loro se ne vadano e che rispondano per quello che hanno fatto. Come popolo non possiamo accettare compromessi per quello che riguarda la nostra indipendenza. Come minimo devono uscire dal territorio che hanno occupato dal 24 febbraio. È il primo passo per poter parlare di qualsiasi cosa, ma non sentiamo risposte a questa domanda».
«Putin non riuscirà a salvare la faccia»
Come Putin potrebbe salvare la faccia? «Non credo che riuscirà a salvare la faccia. E credo che dobbiamo pensare al futuro della Russia. Sono i nostri vicini. Ci saranno altri presidenti e altre generazioni, quello che ha fatto questa guerra è di mettere un confine non solo territoriale ma storico. Per salvare la faccia Putin deve salvare il suo Stato».
Zelensky: «Grato all’Onu e alla Croce Rossa»
Per salvare gli uomini del battaglione Azov «stiamo facendo tutto il possibile e tutto ciò che dipende da noi va fatto. Non ci fermiamo, lottiamo per ogni persona e per ogni civile. I civili sono stati portati via dall’acciaieria, ora la questione sono i soldati» e «siamo pronti a scambiarli». Della questione «ho parlato con il presidente della Finlandia che chiamerà Putin» e «sono grato all’Onu e alla Croce Rossa che hanno scortato i civili e sono pronti ad aiutare», ma ora «la questione sta dalla parte russa».
«Possibile un attacco dalla Transnistria»
Per Zelensky è «possibile un attacco dalla Transnistria. Il 100% delle persone lì sono controllate dalla Federazione Russa. Ci aspettiamo fino a 15mila persone da lì, ma non sono molto preparati dal punto di vista militare e possono ricevere forze aggiuntive solo dal cielo. Se si muoveranno, non abbiamo molto paura perché di queste 15mila persone forse solo fino a 3mila sanno davvero combattere. Può essere una sfida ma non una grande minaccia».
Sulle bandiere russe e ucraine insieme alla Via Crucis
Quanto al ruolo di Papa Francesco «ha fatto qualche tentativo per trovare una tregua tra i nostri Paesi. Io rispetto il Pontefice. Ma non abbiamo potuto accettare quell’immagine di una donna russa e una donna ucraina che portavano le due bandiere, la bandiera russa e la bandiera ucraina. Quella non è la stessa bandiera che viene alzata, ad esempio, durante le gare olimpioniche, oggi quella è la bandiera sotto la quale ci stanno uccidendo. Quindi, quando il Papa ha proposto queste due bandiere, per noi è stato molto difficile».
«Crimea mai parte della Federazione Russa»
Indipendenza della Crimea? «No, non è possibile e non la riconosceremo mai come parte della Federazione Russa» e «siamo pronti a parlare con la Russia, sì, ma adesso con la guerra questa questione dolente va lasciata da parte, se ostacola l’incontro tra i due presidenti. Questa è una proposta giusta ma non abbiamo sentito alcun consenso dalla parte russa».
Zelensky: «Non vedo differenze tra posizioni Ue e Usa»
E infine: «Oggi il dialogo non è possibile senza una posizione non voglio dire rigida ma potente per quanto riguarda azioni della Federazione Russa. Bisogna ripristinare l’integrità territoriale ucraina, ma io sono convinto che i valori ci uniscono ma che senza delle forze armate potenti la base per le trattative con la Russia non sarà potente. Non vedo differenza tra la posizione europea e quella americana».