Zelensky: «Negoziati complessi per Azovstal». La vicepremier: «Su Putin i pacifisti si sbagliano»
Si continua a trattare per salvare i militari asserragliati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol. Dopo le dichiarazioni in questo senso del capo dell’amministrazione militare della regione di Donetsk, citato dalla Cnn, Pavlo Kyrylenko, conferme del tentativo di sbloccare la situazione di Azovstal sono arrivate dallo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky e dalla vicepremier, Irina Vereshchuk, ospite ieri sera di Lilli Gruber a Otto e mezzo. Tutti, però, parlando di negoziati difficili, senza entrare nel merito di come stanno avvenendo. Solo Vereshchuk ha aggiunto un elemento in più, parlando di un possibile scambio di prigionieri. Intanto, Viktor Andrusiv, consigliere del ministro ucraino dell’Interno, ha parlato di ingresso nella terza fase della guerra, che sarà prolungata.
Zelensky: «Su Azovstal in corso negoziati molto complessi»
«Negoziati molto complessi sono in corso sulla prossima fase dell’evacuazione, quella dei feriti e i medici» da Azovstal, ha detto Zelensky, citato dalla Bbc. «Stiamo facendo il possibile per evacuare anche tutti gli altri, ciascuno dei nostri difensori», ha proseguito, chiarendo solo che Kiev si avvale di «intermediari influenti». Il problema, aveva spiegato nel pomeriggio di ieri Kyrylenko, è che «la Federazione Russa sta cercando di dettare le condizioni il più possibile» e «cambia sempre le condizioni». «Dobbiamo parlarne solo quando le persone saranno al sicuro. Solo allora faremo i nostri commenti», ha quindi chiarito Kyrylenko.
Il tentativo di fare uno scambio di prigionieri
Ad Azovstal, ha spiegato poi Vereshchuk alla tv italiana, «ci sono tantissime persone che stanno aspettando la salvezza, oltre 500 persone gravemente ferite». «È una crisi umanitaria che aspetta l’intervento del mondo civilizzato. Stiamo cercando di fare uno scambio con prigionieri russi, le trattative sono in corso», ha riferito la vicepremier ucraina, che sulle trattative generali per arrivare a una fine del conflitto ha rivendicato che «la nostra politica estera è determinata dal presidente Zelenski, che condivide con Draghi la linea di coinvolgere gli Stati Uniti nel negoziato» e ribadito che «noi siamo pronti ai negoziati, ma Putin non vuole solo i nostri territori ma vuole anche distruggere il governo ucraino, quindi non abbiamo altra scelta che combattere fino alla fine».
La vicepremier ucraina accusa «tutto il popolo russo»
«Prima di affrontare i negoziati, i russi devono ritirarsi dai nostri territori, lasciandoli com’erano prima del 24 febbraio», ha proseguito la vicepremier ucraina, secondo la quale il tema non è solo quello della loro sovranità e integrità territoriale, ma il fatto che «qui stiamo parlando del rischio di un nuovo ordine mondiale, perché oggi è l’Ucraina, ieri erano la Georgia o la Moldavia, domani potrebbero essere altri paesi d’Europa: Putin non si fermerà mai e l’unico modo per fermarlo sono le armi». Secondo Vereshchuk, inoltre, «non solo Putin, ma tutto il popolo russo è responsabile delle atrocità che stanno commettendo i loro soldati sul nostro popolo».
«I pacifisti sbagliano: Putin non ascolterà la diplomazia»
«La guerra durerà fino a quando noi non avremo abbastanza armi per rispondere in modo decisivo al nemico e riprenderci il nostro territorio per come era nel 1991. Abbiamo molte promesse, ma ad oggi di armi non ne abbiamo abbastanza per poterci riprendere il Donbass», ha proseguito, rivolgendosi poi direttamente alla platea italiana. «Non possiamo dire al governo o al popolo italiano come devono agire e noi siamo molto grati all’Italia. Ma credetemi – ha detto Vereshchuk – ogni giorno perdiamo migliaia di persone, di civili, che pagano con la propria vita la difesa dei valori e dei diritti internazionali». Quindi, «tutti i pacifisti che pensano che Putin possa deporre le armi con la diplomazia, si sbagliano».
La fase 3 della guerra: «I russi pensano a un conflitto lungo»
È stato poi Viktor Andrusiv a parlare del punto in cui si trova ora la guerra, una fase tre in cui la Russia sembra prepararsi a un conflitto prolungato. La fase uno, ha spiegato, è stata il tentativo di prendere l’Ucraina «in pochi giorni». Nella seconda i russi ha cercato di accerchiare le forze ucraine per sconfiggerle in alcune zone assediate, ma ora che nessuna di queste due fasi ha portato i risultati sperati, si è entrati in una terza, che vede i russi cercare di difendere i vantaggi territoriali finora ottenuti. «Questo dimostra – ha detto il funzionario ucraino – che pensano ad una guerra lunga». Mosca, è stato il ragionamento di Andrusiv, sembra pensare che trascinando la guerra potrà costringere l’Occidente a sedersi al tavolo del negoziato e l’Ucraina ad arrendersi.