5Stelle verso l’estinzione. Sulla stampa il tonfo e la Caporetto in Sicilia. Si apre il processo a Conte

14 Giu 2022 9:24 - di Stefania Campitelli

Flop, tracollo, estinzione. Tutta la stampa fotografa il tonfo elettorale dei 5Stelle, prevedibile ma non in queste dimensioni, e la disarmante performance dell’ex Avvocato del popolo alla guida del movimento. Il Tempo si concentra sull’avvio del processo a Conte. Il primo turno delle amministrative segna un’ordalia sofferente l’ex premier.

Crollo dei 5Stelle, la stampa recita il de profundis

“Se nella tornata di Comunali del 2021 la responsabilità politica diretta era in parte eludibile. Perché la conquista della leadership era avvenuta da poco, ora non si può. C’è dentro con tutte le scarpe. Affondando in un’aritmetica infelice”, scrive il quotidiano romano. E giù con i numeri implacabili, tutti a una cifra. A  Messina il 3%. A Taranto il 4%. A L’Aquila i primi scrutini non danno nemmeno l’1%. In Sicilia una Caporetto. Il Giornale apre la prima pagina sulla fine dei 5Stelle. All’interno parla di grillini ormai finiti. “A Palermo, un granaio di consensi clientelari grillini, ora si sprofonda al 6%. A Padova o Lodi 1%. A Parma cancellati dalla faccia della terra, a Verona desaparecidos. Nella Genova di Grillo un triste 5%.

Conte sofferente, mai così male in 10 anni

Il Messaggero non ignora certo il risultato del partito fondato da Grillo. Già definito insoddisfacente da un Conte affaticato e soffrente. “Questa tornata elettorale, infatti, non ha solo certificato, se ancora ce ne fosse bisogno, la cronica debolezza nelle amministrative. Ma rischia di rivelare una fragilità ancora più preoccupante. Che riguarda un partito ormai incapace di mobilitare tanto al Nord (a Padova e Piacenza si ferma intorno al 2%), quanto ed è l’elemento più preoccupante al Sud, suo storico bacino elettorale”.

Il flop grillino trascina giù il centrosinistra

Repubblica sottolinea che la tornata di domenica rappresenta il punto più basso di sempre, perlomeno da dieci anni a questa parte. “Alleato quasi ovunque con il Pd, il M5S si aggira in media tra il 3 e il 4 per cento. Alla sede di via di Campo Marzio a Roma l’umore generale è pessimo e anche Giuseppe Conte parla con la voce sfiduciata. Anche perché il suo tour delle ultime due settimane, da nord a sud, è servito a poco”.

Il campo largo è già morto

Di flop parla anche La Stampa. Solo a Piacenza le cose vanno benino dove i pentastellati raccolgono  un buon 10%: il miglior risultato per Conte. Nell’analisi non può magare la constatazione che il crollo grillino trascina verso il basso la coalizione. Il divario di consensi tra gli alleati progressisti si allarga, tanto da ridare fiato a quanti, anche dentro il Pd, vorrebbero mollare i 5 stelle. E riavvicinarsi ai centristi, come suggerisce Matteo Renzi.

Tragico il voto di Palermo

La Verità descrive un Conte che procede rapidamente verso l’estinzione, ance se tenta di scaricare la colpa su Di Maio. Il Pd  che si consola con Verona, tutta ancora da conquistare e la vittoria al primo turno a Taranto, Padova e Lodi, si trova di fronte, a un anno dalle politiche del 2023, a una dura quanto prevista realtà. L’alleanza Pd-M5s non regge il confronto con il centrodestra. I pentastellati crollano ovunque. Tragico il voto di Palermo, considerando che la Sicilia è da sempre considerata un granaio elettorale del M5s: qui il partito guidato da Giuseppe Conte si ferma intorno all’8%, superato anche da Azione-+Europa al 9%.

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