Al Copasir nessuna lista di proscrizione. Urso rilancia: stiamo attenti alla “dottrina Gerasimov”
Tanto rumore per nulla. Non c’è una lista di “proscritti” su cui il Copasir indagherebbe per vagliarne le opinioni filo-Putin. Tutto si riduce a un articolo pubblicato dal Corriere. Come se poi, dando un’occhiata ai social, ai titoli dei giornali e visionando qualche talk show, non si fosse capito, anche senza tirare in ballo i Servizi, chi sta dalla parte di Putin e chi sta contro.
Ondate di vittimismo: chi indaga sui filo-Putin?
Tuttavia la notizia, ingigantita ad arte, è diventata il pretesto per nuove ondate di vittimismo da parte dei russofili, che ovviamente balzano in primo piano proprio mentre il “regime”, stando alle loro lamentele, lavora per opprimerli e silenziarli.
Adolfo Urso: non c’è nessuna lista al Copasir
Torna sulla questione Adolfo Urso, presidente del Copasir, e chiarisce ancora una vota che all’attenzione del Comitato non c’è “nessuna lista di proscrizione e nessuna attività che possa riguardare parlamentari o giornalisti”. “Ho letto questa presunta lista dai giornali, poi abbiamo ricevuto ieri mattina un report sulla disinformazione russa, come agisce anche attraverso la rete, sulle fake news, come vengono alimentate attraverso i troll”, ha spiegato Urso.
Dalla Russia 13.800 fake news costruite dalla macchina della disinformazione
“Il parlamento europeo, già dopo la prima invasione russa in Ucraina, aveva svolto una sua attività dando mandato alla Commissione europea di realizzare una task force che ha conteggiato in questi anni 13.800 fake news, costruite artatamente e veicolate dalla macchina di disinformazione e propaganda”, ha continuato.
Il viaggio in Russia di Salvini? Non si è mai aperto alcun dossier
Anche sul viaggio in Russia di Matteo Salvini, Urso torna a dire che non si è mai aperto alcun dossier. “Il Copasir non controlla le attività dei parlamentari, ma a nome del parlamento controlla l’attività del governo nel campo della sicurezza nazionale e quindi dell’intelligence che opera per garantire la nostra sicurezza – ha continuato – Parlamentari e cittadini possono esprimere liberamente le loro opinioni e svolgere la propria attività”.
Quindi replica alle accise dell’ambasciatore Razov sulla dubbia moralità delle autorità pubbliche italiane: “Sono allusioni che respingo al mittente, non siamo né ricattabili né condizionabili. Queste allusioni non ci influenzano per nulla”.
La dottrina Gerasimov e la propaganda sui social
E allora di cosa si occupa il Copasir? Della propaganda filorussa che utilizza fake news e troll. “La macchina di disinformazione è attiva da almeno dieci anni, peraltro è un elemento fondamentale della cosiddetta ‘dottrina Gerasimov’ resa pubblica nel 2013, a ridosso della prima invasione russa dell’Ucraina. Ha agito con efficacia durante la pandemia, come abbiano denunciato in un documento del maggio 2020, ovviamente è in campo ancor più oggi nel tentativo di condizionare le nostre scelte che sono fondamentali per la tenuta della difesa occidentale. Dobbiamo esserne consapevoli per aumentare la resilienza del Paese”.
Secondo la dottrina richiamata da Urso nel futuro si profilerebbero guerre non più dichiarate, ma vere e proprie zone grigie, in cui non sarebbe più possibile distinguere pace e belligeranza e in cui, soprattutto, il ruolo dei mezzi non-militari avrebbe raggiunto un’importanza tale da renderli spesso più efficaci di quelli strettamente militari. In questa chiave il ruolo destabilizzante dei social merita particolare attenzione perché ha già dimostrato il suo potere con le cosiddette primavere arabe.