Biden sull’aborto: tolto alle donne il diritto di scegliere. Il Vaticano: si riapra il dibattito sulla vita
“Oggi è un giorno triste per il Paese e per la Corte”. Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, commentando la sentenza della Corte suprema sull’aborto. Secondo Biden, annullando la sentenza Roe vs Wade che consentiva l’aborto fino alla 24 settimana di gestazione è stato tolto alle donne il “loro diritto di scegliere insieme ai loro medici libere dai vincoli della politica”.
“La Corte suprema ha tolto un diritto costituzionale agli americani, un diritto già riconosciuto”, ha aggiunto Biden, secondo cui si tratta di una cosa “mai avvenuta prima”. E la colpa – ha accusato – è di tre giudici nominati dal predecessore Donald Trump.
Biden: la salute delle donne è a rischio
“La salute delle donne di questa Nazione è a rischio”, ha commentato. “Ci saranno conseguenze reali e immediate”, ha detto Biden, osservando che in alcuni Stati entreranno in vigore immediatamente leggi che vietano l’aborto. Questa decisione è “così estrema che donne e ragazze saranno costrette a partorire il figlio del loro stupratore – ha aggiunto – Immaginate una donna che deve portare in grembo un bambino che è stato la conseguenza dell’incesto. È crudele”. Il presidente americano ha infine detto di voler garantire “il diritto fondamentale” delle donne a recarsi negli stati dove sarà possibile abortire, così come l’accesso alla contraccezione e alle cure mediche approvate dalla Food and drug administration, l’ente americano del farmaco.
Esultano i vescovi Usa
Il paese appare spaccato sulla storica sentenza. Esultano i vescovi Usa che sottolineano in una nota: “Per quasi cinquant’anni, l’America ha applicato una legge ingiusta che ha permesso ad alcuni di decidere se altri possono vivere o morire; questa politica ha portato alla morte di decine di milioni di nascituri, generazioni a cui è stato negato il diritto di nascere”.
Anche il Vaticano prende posizione ritenendo che la sentenza della Corte Suprema Usa ha di fatto riaperto il dibattito sull’aborto. “Il fatto che un grande Paese con una lunga tradizione democratica abbia cambiato posizione su questo tema sfida anche il mondo intero”. Lo sottolinea la Pontificia Accademia per la Vita presieduta da mons. Vincenzo Paglia.
La Pontificia Accademia ritiene che “dopo 50 anni, è importante riaprire un dibattito non ideologico sul posto che la tutela della vita ha in una società civile per chiederci che tipo di convivenza e società vogliamo costruire”.
Vaticano, monsignor Paglia: la sentenza riapre il dibattito sull’aborto
Mons. Vincenzo Paglia afferma inoltre che “di fronte alla società occidentale che sta perdendo la passione per la vita, questo atto è un forte invito a riflettere insieme sul tema serio e urgente della generatività umana e delle condizioni che la rendono possibile; scegliendo la vita, è in gioco la nostra responsabilità per il futuro dell’umanità”.
Letta: un ritorno indietro che genera sconcerto
In Italia tutta la sinistra si è già messa sulla barricata pro-aborto, parlando di ritorno al Medioevo per le donne e di diritti messi in pericolo. In particolare Enrico Letta si è subito fatto avanti quale paladino delle donne. Letta ha condannato “il furore ideologico nelle scelte della Corte Suprema Usa che contemporaneamente dice no alle donne e dice sì alle armi. Un ritorno indietro che genera sconcerto, alimenterà sofferenze e farà divampare conflitti. Da noi nessun ritorno al Novecento”.
Salvini: l’ultima parola spetta sempre alla donna
”Credo nel valore della vita – ha commentato Matteo Salvini – dall’inizio alla fine, ma a proposito di gravidanza l’ultima parola spetta sempre alla donna”. La senatrice del MoVimento 5 Stelle Elisa Pirro, capogruppo nella commissione Sanità di Palazzo Madama, ha parlato di vento oscurantista che soffia anche in Europa”.