Cento anni fa nasceva Judy Garland, leggendaria icona del cinema: dal successo alla sofferenza

5 Giu 2022 11:49 - di Italpress
judy garland

(ITALPRESS) – Una vita da film, a metà tra tragedia e musical, quella di Judy Garland, pseudonimo di Frances Ethel Gumm. Cantante dotata di meravigliosa voce di contralto, ballerina provetta, attrice (bambina e poi adulta) cinematografica e teatrale. Madre della star Liza Minnelli nata dalle nozze con il regista Vincente Minnelli, ha avuto una vita artistica iniziata come enfant prodige e poi finita in solitudine e dolore – a soli quarantasette anni, per un’assunzione eccessiva di barbiturici – dopo diversi divorzi, abuso di farmaci, sconforto, depressione, una cirrosi epatica ormai allo stadio terminale.
Nata a Grand Rapids il 10 giugno 1922 – quest’anno si celebra il suo centenario – è morta a Londra il 22 giugno 1969. Nella sua carriera cinematografica ha interpretato quaranta film, vincendo nel 1940, all’età di diciotto anni, l’Oscar per “Il mago di Oz”, a cui seguirono due candidature: nel 1955 come Miglior attrice protagonista in “È nata una stella” di George Cukor, che comunque le valse il Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale, la seconda nel 1962 come Miglior attrice non protagonista in “Vincitori e vinti” di Stanley Kramer.
L’American Film Institute ha inserito la Garland all’ottavo posto tra le più grandi star della storia del cinema. Figlia d’arte degli attori Ethel Marion Milne e Francis Avent “Frank” Gumm, debutta sulle scene da bambina in teatri di provincia insieme alle due sorelle più grandi tra cui spiccava per talento vocale e presenza scenica.
Durante un’esibizione a Chicago nel 1934 viene notata da un talent-scout della Metro-Goldwyn-Mayer che la scrittura per musical di medio livello e piccoli film musicali. Il successo arriverà con “Pigskin Parade”; nel 1938 è già famosa in tutti gli Stati Uniti, nel 1939 arriva l’occasione che la consacrerà per sempre: “Il mago di Oz”, diretto da Victor Fleming, e la sua colonna sonora con la canzone “Over the Rainbow”.
Negli anni seguenti continua a mietere successi nella commedia musicale ma è già dipendente dai farmaci assunti per reggere i ritmi di produzione e per non ingrassare. Nel 1944 interpreta il musical in costume “Incontriamoci a Saint Louis” in cui regala al mondo canzoni come “Meet Me in St. Louis”, “The Trolley Song” e “Have Yourself a Merry Little Christmas”.
Successivamente arrivano le grandi commedie musicali con Gene Kelly ne “Il pirata” e Fred Astaire in “Ti amavo senza saperlo”, enorme successo che però la esaurì fisicamente e psicologicamente.
Dopo alcuni anni di assenza dal grande schermo tornerà nel 1954 con “È nata una stella” di George Cukor: prodotto dalla stessa Garland, fu apprezzato da pubblico e critica ma non incassò abbastanza per coprirne i costi.
Il film le vale la candidatura all’Oscar, vinto però poi da Grace Kelly.
Negli anni successivi verrà scelta per ruoli intensamente drammatici come “Vincitori e vinti” (1961) e “Ombre sul palcoscenico” nel 1963, sua ultima interpretazione per il cinema.
Da qual momento l’attrice si dedicherà a teatro e concerti con successo ma conducendo un’esistenza sempre più tormentata: quarto matrimonio fallito e problemi di salute con importanti crisi depressive. Nel 1961 esce l’album “Judy at Carnegie Hall” che raggiunge la prima posizione nella Billboard Pop Albums (Billboard 200) per 13 settimane e che nel 1962 vince il Grammy Award all’album dell’anno, il Grammy Award alla miglior interpretazione vocale femminile pop e nel 1998 il Grammy Hall of Fame Award. Un album rimasto nella storia.

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