Centrodestra, Rotondi: “Il modello dei tre tenori non va”. Il centro? Una galleria di aspiranti Miss
Gianfranco Rotondi, dopo aver affrontato il tema della fusione a freddo tra le forze della coalizione, da convinto assertore della necessità di un leader capace di interpretare voce e progetti dell’alleanza di centrodestra – indicando spesso Giorgia Meloni come candidata ideale per un ruolo di vertice – da qualche tempo il presidente di Verde è popolare e vice presidente del gruppo di FI alla Camera torna con analisi e proposte sulla necessità della costruzione di un equilibrio politico dell’Italia che verrà. E così, a ridosso del responso delle amministrative, l’ex democristiano tornato a bocciare «l’idea di una cooperativa cooperativa elettorale per eleggere dei deputati di cui poi ciascuno farà l’uso che vuole», in un’intervista a Il Mattino insiste a evocare la figura di un candidato premier nel centrodestra. Perché, rilancia, il «modello tre tenori non funziona»…
Centrodestra, Rotondi: «Serve un candidato premier. Il modello tre tenori non funziona»
Cosa non ha funzionato nella strategia del centrodestra ai ballottaggi? «Tutto. Non funziona il modello dei Tre tenori», ossia dei «tre leader del centrodestra. Il loro video a tre non è piaciuto. La leadership una e trina non è di questo mondo terreno. Ha funzionato una volta nella storia, ma c’è bisogno di una resurrezione e di una tensione spirituale forte. Non mi sembra questo il caso. L’elettorato di centrodestra è abituato a parole chiare come bipolarismo, bipartitismo. Vogliamo sapere chi è il capo. Una faccia, un programma», dichiara assertivo Rotondi, commentando lo stato dell’arte nel centrodestra.
«Che sia un uomo, una donna. Ma subito»
«O Berlusconi, a 86 anni, decide che lui si candida a premier. Oppure si sceglie con la stessa nettezza un altro leader. Che sia un uomo, una donna. Ma subito», sottolinea nell’intervista al quotidiano capitolino l’ex Dc. Spiegando poi, a sua detta, perché l’idea che chi prende più voti si “trasforma” automaticamente nel leader della coalizione, non lo convinca. «Ma quelle sono le primarie, le faceva il Pd. Bisogna spiegare agli amici del centrodestra che le primarie il Pd le faceva a spese sue e non a spese dello Stato, con un turno elettorale. Se non si decide prima la leadership del centrodestra, poi è inutile lamentarsi delle sconfitte»…
Il centro? «Un luogo dove va a collocarsi chi è rimasto senza un tetto e aspira a essere rieletto»
La domanda sorge (e torna spontanea): «Meloni premier le andrebbe bene?». «Chiunque sia, purché si decida prima e in fretta. Ci vuole un leader». Mentre sul centro, invece, come la vede Rotondi? Evocato ogni volta che si perde un’elezione, la fatidica zona centrista per il presidente di Verde è popolare e vice presidente del gruppo di FI alla Camera, «in questo momento sembra solo un luogo dove va a collocarsi chi è rimasto senza un tetto e aspira a essere rieletto. Per carità, non mi scandalizzo. Anche io ho sempre cercato di farmi rieleggere. Ho chiesto candidature per me e per alcuni miei amici, possibilmente vincenti. Ma non ho annunciato ogni volta la primavera per l’umanità. Bisogna essere sinceri».
«Non lo chiamiamo centro. È una galleria di aspiranti Miss Italia pronte a prendersi a borsettate»
E allora, Di Maio, Renzi, Calenda, Toti e tanti altri ancora: ma quanto è affollato questo centro? Chiede Il Mattino a Rotondi. E l’intervistato prontamente risponde: «Sono protagonisti politici tutti stimabili che, però, come ho detto, cercano consenso per rientrare in Parlamento. Niente di più». Riusciranno a mettere in piedi una proposta unitaria? E come? «Renzi dice che Calenda è un matto, Calenda dice peste e corna di Renzi. Tutti e due parlano malissimo di Di Maio. Non lo chiamiamo centro. È una galleria di aspiranti Miss Italia, chiuse tutte in una stanza per decidere tra loro chi vince. Si prenderanno a borsettate»…